Edi Rama, è abbastanza credibile? Chi investigherà sul tesoro perduto di Scutari?
Rama deve dichiararsi se si occuperà della mafia delle costruzioni, specialmente a Scutari, dove nessuno credo potrà portare un singolo caso dove le costruzioni siano state fatte secondo i parametri, investigherà lui sul tesoro perduto di Scutari, poiché il tesoro è stato rubato alla luce del sole e l’accaduto è stato pubblicato solo dalla stampa, mentre i media si ritirano non appena si dicono due parole, poiché i boss delle costruzioni, quelli che sono rimasti vivi, siccome di alcuni se ne parla anche nei bar che sono stati uccisi, si dice che uccidono anche procuratori e inquirenti, anche giornalisti, se osano pubblicare, per esempio l’intervista del direttore del tesoro sul giornale “Universal” nel 1997, ecc., che queste proteste non rimangano nell’ambito degli interessi delle bande, delle quali parla ogni giorno il Premier Berisha.
Sembra che l’Albania oggi abbia due poteri, il potere della strada ed il potere degli uffici. Questo dualismo di poteri sembra abbia degenerato piuttosto tra due persone, Sali Berisha ed Edi Rama. Infatti, tutti e due hanno un impatto sulla gente che esce sulle strade per mostrare i muscoli della forza agli oppositori. Nel meeting di Rama alcuni gridavano che erano solo 3000 persone, altri strillavano che erano più di 100.000, cosi come nel meeting di Berisha del 8 dicembre, il 19° anniversario della protesta degli studenti contro la dittatura comunista, dove si dice fossero 100.000 persone, altri dicono fossero 500.000 persone. In tutti i casi si sbaglia consapevolmente, poiché semplicemente vai su internet e vedi che la piazza davanti all’Ufficio del Premier è esattamente di 30.000 metri quadri, mentre la Piazza Scanderbeg è di 45.500 metri quadri. Questa è la semplice analisi senza emozioni. Il PD aveva solo il 33% in più piazza, e con questo 33%, secondo alcune TV e giornali, se prendiamo l’estremo, in 1,5 ettari siano stati 470.000 partecipanti. Il primo ormai ha consumato quasi tutte le energie, mentre il secondo si trova ancora al prologo delle grandi politiche. Nonostante questo, lo start da dove Edi Rama ha iniziato la sua strada politica è remoto. I suoi movimenti come estremista destro, secondo la dichiarazione del Premier Berisha, si sono evidenziati sin dall’inizio dei processi democratici mentre lui andava di un passo con Berisha, quando insisteva che i comunisti fossero condannati e la società albanese fosse pulita dalle spie e le persone sulle quali gravavano dei crimini. Come estremista destro prese il telaio e partì verso qualche paese vicino, per poter rimanere in contatto, verso Parigi, affidandosi al pennello del pittore. E, se egli risolse la crisi personale, dando anche alla vita i sapori della libertà, in particolare con le donne, mentre da anni ha trovato lavoro ai democratici albanesi con le sue foto nudo, non raramente si ricordava della crisi politica, pubblicando articoli che tuttora, dopo circa 15 anni, molti ricordano come allarmi per una indispensabilità del corso albanese sulla strada verso l’integrazione Euro-Atlantica, come una filosofia che Nano scoprì che gli interessi particolari li poteva alternare in ideologia, in scienza-idea.
Con un limitato uso di attività, leggibile e comprensibile dai livelli fuori dalla cupola dello Stato, cioè da quelli che non erano legati al crimine, la corruzione e i profitti non meritati, producendo ogni giorno sia unione che divisione, dal 1998 al posto del Ministro della Cultura, Gioventù e Sport, con sportività, come aveva assaltato i comunisti peccatori come Alia, la vedova Hoxha, Berisha, si trasformò in San Tommaso anche verso lo stesso Nano che faceva dello spettacolo con chiunque non gli obbedisse. Rama disse molto, per questo ebbe il coraggio di credere in se stesso e chiedere il voto alla capitale nel 2000, come primo cittadino. Mentre ha dato a tutti dei falliti, parassiti, malaugurati come gli agricoltori il Sirius dell’antica Grecia, in verità Tirana è oggi piena di suoi sostenitori e si è trasformata in una città europea, forse anni di luce avanti, dal tempo di Brojka, dal quale lo separano solo nove anni. A quel tempo pare che gli albanesi ordinavano il cibo e sul tavolo mettevano le armi, i caricatori, le granate…, dove i personaggi delle angustie decisioni, entro le cornici degli interessi personali o dei clan, combattevano come oggi, con l’opposizione degli internazionali. Essi tuttora parlano apertamente di mancanza di serie analisi ed iniziative fallite, non concretizzate a causa della corruzione e la mancanza degli spazzi della libertà.
Ma, Rama, da sicurezza che non instaurerà un potere spaventoso e che non bloccherà le riforme ed il progresso? Naturalmente, le proteste non possono essere un misuratore esatto del diritto o non-diritto di aprire le urne ed investigare su molte questioni che soltanto si chiedono.
Il capo dell’opposizione dunque ha giurato di molte cose che interessano veramente agli albanesi. Deve dunque essere valutata la fiducia dal numero di persone che lo seguono per le piazze? Se si, anche Berisha è re della piazza. Ma Rama deve distanziarsi dai slogan e la demagogia, deve dichiarare se aprirà le urne, semmai verrà al potere, sia pure per trasparenza, se si investigherà su Gerdeci, sulla strada Durrazzo-Kukes, sulla figlia del Premier, poiché ha fatto gravi accuse, su Fazlliç, Taçi, Selmanllari, si occuperà della mafia delle costruzioni, specialmente a Scutari, dove nessuno credo può portare un solo caso dove le costruzioni siano entro i parametri, investigherà sul tesoro di Scutari, siccome il tesoro è stato rubato alla luce del sole, poiché solo la stampa ha rivelato l’intero accaduto, poiché i media si ritirano non appena si dicono due parole, siccome i boss dell’edilizia, quelli che sono rimasti vivi, perché nei bar si dice che alcuni siano stati uccisi, si dice che uccidono anche procuratori, inquirenti, anche giornalisti, se osano pubblicare nuovamente, per esempio l’intervista dello stesso direttore del tesoro sul giornale “Universal” del 1997, ecc., affinché queste proteste non rimangano nell’ambito degli interessi delle bande, delle quali sta parlando ogni giorni il Premier Berisha.
Rama, quindi, perdonatemi militanti, deve dire quello che lo lascia ancora lontano dalla prova, non fidato abbastanza, almeno in modo meritevole.
Sokol Pepushaj
Italia, 1.650.000 euro per Kelmend e Shkrel
I comuni di Kelmend e di Shkrel del distreto di Malesia e Madhe, sarano parte di un progetto di svilupo rurale integrato. Questo e reso noto durante una conferenza stampa, dove si sono presentati gli detagli riguardo a questa nuova iniziativa del Italia nella regione Nord Albania.
Secondo il responsabile del progetto Pier Paolo Ambrosi, uesto progetto è finanziato dalla Cooperazione Italiana e sara realizata dalla VIS- associazione italiana in collaborazione con il Consolato Italiano di Scutari. Il VIS è una ONG italiana presente in Albania dal 1995, con progetti di cooperazione allo sviluppo ed umanitari, realizzati in collaborazione con il Centro Don Bosco di Tirana e di Scutari.
Nella fase preparatoria, il VIS ha operato in stretto contatto con le autorità albanesi, sia a livello centrale che locale, giungendo alla sottoscrizione di un Memorandum of Understanding, cui hanno aderito il Ministero dell’Agricoltura ed il Ministero dell’Ambiente, le due amministrazioni comunali interessate, la Caritas, Teuleda, MADA, la Scuola Forestale di Scutari e varie associazioni locali, in rappresentanza della società civile.
Il progetto è stato pianificato sulla base degli indirizzi programmatici previsti nella legge n. 9817 del 22.10.2007 “Per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale” e nella “Strategia dello Sviluppo Rurale” adottata con DCM n. 774 del 14.11.2007, che si ispirano ai criteri definiti dall’Unione Europea con Agenda 2000.
Le attività previste sono il credito per le attività produttive, il finanziamento a dono per le attività comunitarie, con particolare attenzione alle attività forestali e quelle antierosive, l’educazione ambientale, il sostegno alle associazioni (società civile) e l’assistenza tecnica in agricoltura ed allevamento e più in generale alle attività, produttive e non, quando necessitano di riqualificazione o di aggiornamento.
Il contributo della Cooperazione Italiana è di 1.650.000 € e vale a sottolineare con quanto interesse l’Italia intende sostenere le iniziative che mirano a migliorare le condizioni di stabilità in Albania. |