koka

Nr. 141 / 2 nëntor 2010

aluk

 

Il Mafia-business dei media elettronici di Scutari

SPSokol Pepushaj

Questo giornale ha trattato ultimamente per due volte di seguito la miseria dei media elettronici del capoluogo del nord albanese, e suona paradossale il fatto che con la maestosità dell'ignoranza del giornale editoriale è stato lasciato fuori della rassegna stampa, temendo che i legami dei media con la mafia, quella delle costruzioni in particolare, possano essere trattati anche pubblicamente.
Questo è un altro tema che prenderemo nelle altre edizioni. La distruzione dell'infrastruttura edile, economica o legale, parte proprio dalla miserabilità delle persone che hanno come professione la parola e come obbligo l'investigazione e la pubblicazione dei legami della mafia con il potere e i guadagni illeciti di coloro che hanno come loro obbligo proprio la purezza ed il morale.
Vasel Gilaj, un nome con influenza nello spazio dei media, ha presentato problemi delle battaglie, degli schemi e dei progetti dinamici dei proprietari impegnati a prendere il più possibile degli spazi costosi per servilismo verso il potere della politica.
Mentre Blerti Delija, fondatore della presenza visuale e del colore professionale nelle TV di Scutari, ha portato oltre, sul podio della trasparenza del dibattito per l'opinione pubblica, la schiavitù delle formule presentate. Una TV impazzisce non appena si scrivono due parole riguardo l'Università di "Bagdad", mentre un altra non appena si menziona il tesoro derubato di Scutari nel 1997, prende le armi e da l'ordine, come una volta i segretari del Partito del Lavoro: Il giornale che osa scrivere contro la mafia o che informa con esattezza l'audienza, sarà crocifisso. Non viene presentato con gli altri giornali. Dunque si presenta anche "Zëri i Popullit" mentre il nostro giornale no, nemmeno pagando.
I Ponzio Pilati dei tempi moderni sono ancora più ignoranti di 2000 anni fa. Non sentono nemmeno il bisogno di lavarsi le mani. Questo anche perché i loro cosidetti soldi non appartengono a loro, questo anche perché i loro cosidetti casinò non appartengono a loro, questo anche perché i loro cosidetti palazzi illeciti fino alle zone turistiche, non appartengono a loro, questo anche perché le loro cosidette TV non appartengono a loro.
Una dittatura inconsueta per un paese che pretende di essere libero, ormai apellatosi dalla nostra redazione anche nel servizio presente degli Stati Uniti, continua a funzionare nei medium di Scutari, tenendo in ostaggio i dossier di crimini, furti, costruzioni, proprietà, ipoteche, tanto che no c'é bisogno di indagare, basta cliccare su Google: Furto del tesoro di Scutari, e vieni a conoscere tutto quanto serve per un investigazione, anche con i campi dove sono stati usati i miliardi rubati, dove si menzionano dalla procura albanese anche i media che oggi grida per la morale e stende il microfono solo al potere ed alla politica molto sospetta, quella parte che se non costruisce palazzi di undici piani proprio nell'incrocio della città, nel centro dunque, non dice nemmeno una parola, semplicemente come notizia. Quando l'orrore va fino a questo punto, tu che scrivi da decenni, hai il diritto di dire che i media elettronici si presentano come fenomeno dittatoriale ed ignorante della presenza visuale e del colore mafioso. Nei colori professionali della formulazione si può dire ad alta voce che il sonno violento mediatico e l'inflazione professionale hanno portato alla mancanza dell'identità giornalistica a Scutari, dove la creatività non si nota, così come l'emozione viene ucciso appena nasce. Questo non per la colpa dei media, ma dei proprietari ignoranti dei media elettronici, dove a qualche giornalista gli uccidono con delle forme quasi invisibili il contenimento nutritivo sin "dall'infanzia".
Così, la professione esce pian-piano dalla funzionalità, facendo soltanto poco rumore dentro la specie, come dire, questioni di appalti, diplomi falsi, non apertura di qualché dossier o altri interessi, facendo sì che la penetrabilità del professionalismo mediatico sia tanto sterile quanto coloro che diriggono. I media elettronici dunque, sono purtroppo molto al di sotto dei battibecchi dei tavoli a Scutari.
E le vittime di queste atrocità sono proprio quelli ai quali la TV entra come ospite senza invito nelle famiglie, i cittadini.

I cattolici di Berisha

Come rappresentante dell'Albania nell'aula del Parlamento Europeo, per il dibattito finale sui visti c'era soltanto la signora Topalli. Un immagine cattolico forzato, di un paese di maggioranza musulmana, che Berisha sta cercando con molta cura di presentare ad un Europa di maggioranza cattolica.
La signora Topalli è la seconda cattolica, dopo Pjeter Arbnori, che Berisha ha messo sul presidio del Parlamento. Ma, basta questo per entrare in Europa?
All'inizio degli anni '90, mentre Sali Berisha (più un comunista conservatore che un musulmano tale) fu selezionato (non si sa da chi) da un branco di concorrenti cristiani, a guidare il PD, forse non aveva pensato che questo fatto avrebbe reso più difficile all'Albania la strada verso l'Europa. L'essere musulmano e capo di un partito conservatorio (il che intendeva la rappresentanza dei musulmani nel paese) diedeberisha a lui molte possibilità di rafforzare il potere dentro il paese, ma non la reputazione dell'Albania in Europa, reputazione che i nostri vicini agressivi cercavano di tenere come quello di un paese di maggioranza musulmana.
Fatto: Il suo Partito Democratico continua anche dopo 20 anni ad avere lo status dell'osservatore nel PPE (Partito del Popolo Europeo), cioé quello insignificante, lo stesso livello del partito conservatore della Bosnia (anche il partito serbo della destra, che si sà cos'è – no comment – ha uno status più avanzato, quello del membro associato nel PPE).
Arbnori & Serreqi
Durante il primo mandato al governo (1992-1996) Berisha ha sperato tanto in un integrazione sostanziale in Europa. Non abituato agli standard religiosi dell'Occidente, egli credette con naività che un "make-up" formale cattolico, con Arbnori al presidio del Parlamento e Serreqi a capo del Ministero degli Esteri, avrebbe dato a lui un grande "colpo" verso l'Europa. Ma, quando ha visto che niente è successo, ha agito in modo netto, come un orientale invidioso e vendicativo, che "per fare dispetto a mia suocera vado al letto col mulinaio", ha immesso l'Albania nella Conferenza Islamica ed ha tentato la sua alleanza con il paese della più grande maggioranza musulmana nel mondo, la Malesia (se Berisha non fosse stato buttato giù dal governo nel '97, forse l'Albania sarebbe divenuta l'Afganistan dei Balcani).
"I cattolici di Berisha", che in questi 20 anni si sono convertiti più in musulmani (gli ultimi convertiti dopo 500 anni) che hanno avvicinato l'Albania con l'Europa, appaiono oggi tanto miseri quanto il loro leader conservatore orientale (lo sapete che l'atto che ha fatto dell'Albania un membro della Conferenza Islamica è stato firmato da un cattolico albanese, Serreqi).
La presenza individuale della signora Topalli nel Parlamento Europeo non è quello che l'Europa si aspetta veramente dall'Albania...
"La Critica"

aluk

Kthehu tek nr.141