koka

nr. 101 / 3 shkurt 2007

alukit

 

Scutari, la città dei sogni per i comunisti

La campagna elettorale a Scutari, diversamente da quella di Tirana, non è tanto calda. Questo per tanti motivi. Primo, la città del nord è sempre stato un posto da sogno, ma mai di splendore, per i comunisti, e nemmeno per i loro successori genetici, i socialisti. Secondo, l’inganno non trova terreno in questo posto pieno di cultura e sapienza. Terzo, Scutari è una città che vede ogni giorno i socialisti nei bar che si vantano, facendo progetti di divisione, promettendo dei posti di lavoro, se in caso dovessero “miracolosamente” vincere il Comune. Questi, che non hanno dei progetti ne in testa ne sulla carta, pare abbiano tutte le caratteristiche degli ex segretari del Partito di Lavoro di una volta.

      Comunque, per essere obiettivi, dobbiamo dire che anche il candidato del PS per il Comune di Scutari, è troppo inappropriato. Egli è un immigrato a Tirana da 29 anni, e logicamente il suo ritorno a Scutari è un totale fallimento. Nella percezione di una buona logica umana, casi del genere si può dire che si ripetono di continuo, se qualcuno gli fa strada. E, sfortunatamente, una rappresentazione fallita o deviante cerca di riportare il PS di Scutari dopo 16 anni di rifiuto di ogni novità.

      È questa una forma senza forma che offre volontà proprio dalla mancanza di volontà, comunque convinti di quel esperienza durante gli anni.

      E, se da una parte abbiamo degli sforzi per una vittimizzazione politica, dall’altra quelli della “Grande unione per la vittoria”, il candidato Lorenc Luka, un autorità che nemmeno gli oppositori hanno possibilità di trovare dei punti deboli, sembra sia la miglior scelta fino ad oggi, attraverso queste elezioni. Il 18 febbraio, dunque, ha la possibilità non solo di aumentare la credibilità di Scutari, ma anche di mettere gli equilibri politici, tanto necessari, fra il potere politico e quello locale. Il Primo Ministro fece delle promesse domenica scorsa a Scutari. Il Primo Ministro Sali Berisha, che almeno non si è mai messo degli “abiti” di vergogna, come quelli che avevamo per otto anni alla guida, ha presentato un programma realizzabile. Visto in tutti i prismi, Scutari ha bisogno di un governamento senza conflitti tra l’autorità locale e quella centrale.

      L’influenza, attraverso i modelli di falsità, di quello che pure quelli che non lo vogliono, l’accettano come sindaco, Edi Rama, dunque, aumenta le vie promettenti che l’opposizione offra più povertà, terrore, gente incapace e presuntuosa nella posizione dell’indipendenza dell’esecutivo, il governo locale.

      Comunque, il governo locale mira ad essere sotto diretta dipendenza del Partito Socialista affinché, immediatamente dopo le elezioni, possano cominciare le proteste per chiedere elezioni parlamentari precoci. Se oggi parlano con voce, non bassa, che faranno domani se vengono riciclati nel governo locale?! Essi, come un corpo unico, come una volta sotto gli appelli di Enver, usciranno con gli attrezzi di lavoro per le strade dell’Albania; con delle pietre, bottiglie, bandiere rosse, la foto di Edi Rama e feriranno la vita di tutti gli albanesi.

      Questo si chiama rango. Comunque, fino a quando si pensa a due correnti, è bene che l’elettore valuti i beni e misurare i mali. Ma, quando dai beni scendi ai mali e il risultato è negativo, allora si deve pensare bene. Si deve votare l’altra parte, quella che anche se porta addosso uno zaino pieno di errori, almeno non ha un sacco pieno e strapieno di crimini.

      La politica sinistra a Scutari, almeno fino ad oggi, ha sempre agito secondo il principio razionale, l’interazione dell’inganno. Un fatto testardo: l’architetto Zef Çuni, che era pretendente al sindaco nel PS, il più votato nella società civile ma non nel PS, è stato elencato il 42-esimo nella lista del Consiglio Comunale. Essendo uno dei socialisti migliori, come intellettuale, specialista, uomo, familiare. È stata necessaria l’intercessione del Segretario del PS, Pandeli Majko, per fare lo spostamento. Il PS di Scutari ha ingannato, in questo caso, anche il centro a Tirana, giustificando di averlo elencato 42-esimo secondo l’ordine alfabetico, mentre nella lista anche la lettera M era elencata prima della lettera D.

      Quindi, se è tempo di inganno, è il giorno anche di dire “NO!” all’inganno e gli ingannatori.

Sokol Pepushaj