koka

nr. 109 / 29 shtator 2007

alukit

 

Il pro-americanismo: Auto-accettazione e… negazione

Non ho mai pensato che una nazione si favorisce oppure entusiasma qualcuno quando si dichiara contro uno o a favore di un altro. Non ho mai pensato che qualcuno che è andato in un incontro di alta società in pantaloncini, si sia sentito bene, come disse una volta Enver Hoxha che in un incontro con Josiph Broz Tito era andato con dei calzini rotti per “risparmiare” dall’economia dello Stato.

Non mi sono mai sentito male di essere un albanese anche quando hanno offeso, in mia presenza, Giorgio Kastriota, l’immunità della mia nazione, Madre Teresa, il passaporto della mia nazione, Gjergj Fishta o Ismail Kadare, due “rocce” delle mura della rocca della parola libera e colta albanese. Sempre vi è più di una via, più di una soluzione, più di un successo. Non sempre il male è un male. Nonostante la politica e il mio popolo durante i 95 anni di formazione di stato non abbiano fatto molta strada insieme, le interferenze hanno emancipato in qualche modo il cittadino e hanno riscaldato, raffreddato, gonfiato e sgonfiato l’ambiente politico.

Quando nell’inizio della primavera del 2002, nel fronte anti-terrore, l’Albania si unì alla gente che ama la vita, contro coloro che nella stessa misura amano la morte, in Afghanistan, il panorama albanese aveva due messaggi: fuori ci presentammo come alleati del bene, della pace; qui, poco a Tirana e molto nelle città problematiche, che sono tuttora considerati paurosi per i cittadini americani; l’ambiente, oltre all’imprevedibile, si raffreddò con l’ex Primo Ministro auto-accettato,… Fatos Nano. Comunque, gli albanesi desideravano in generale che il mondo li rispettasse come euro-occidentali!

L’altro ieri, il nostro Primo Ministro tornò dall’America. La tavola rotonda “La democrazia e la società civile”, tenutasi a New York, sentì anche il discorso albanese. Invitato dal Presidente Bush, uno dei 20 capi degli stati partecipanti, tra i quali anche il Presidente della Turchia e la Repubblica Ceca, Sali Berisha parlò come amico e partner della libertà e della democrazia. Ma il nostro Capo dello Stato è Bamir Topi, possono pensare una parte non piccola degli albanesi! Questo, comunque, è un altro tema. Secondo il comunicato dell’ufficio del Primo Ministro, Bush ha invitato Berisha personalmente.

Ma, il nostro Premier, oltre alle dichiarazioni ha anche dei doveri, obblighi, volontà. Guerra alla corruzione e limitazione all’immunità dei deputati, forse. Ma, l’auto-accettazione qui incontra anche la negazione. Si spaccano così i legami monoliti della mafia con la politica, della politica con il crimine organizzato.

Agli strati sociali sotto tutela poco interessa veramente che l’auto-accettazione della politica agli occhi dell’occidente incontra la negazione dell’adempimento di alcuni parametri indispensabili all’integrazione nelle strutture Euro-Atlantiche. È questo un tentativo degli anonimi abituati a vantarsi di non essere gravidi, ma solo poco gravidi. Vogliamo dire più espressamente che dietro le quinte, le figure dei milionari degli appalti hanno eretto un muro spesso da tempio e se il Governo Berisha non li condanna senza timore, le onde della rabbia potranno anche uscire dal letto. L’estremo ciclopico è l’equazione delle forze delle “ricevute” provenienti da coloro che conoscono troppo poco… se stessi, e affatto la politica.

Un ladro che fa l’occhiolino non solo al votante ma anche alla legge, non costa poi tanto. Costa poca fatica. Affronto con la legge.

Sokol Pepushaj

 

Puka, vicino a Dio e lontano dal Governo

Un viaggio verso Puka nasconde in se stesso un itinerario ornato dalla natura ma anche la difficoltà del viaggio su una strada alla quale, a parte le numerose curve, manca la qualità. È un asse molto importante, in quanto molto frequentato sia dagli albanesi che dagli stranieri che viaggiano dall’Albania verso il Kosovo e viceversa. Sulla strada che porta a Pukë notiamo numerose auto con le targhe del Kosovo, ma anche motociclisti stranieri che preferiscono questo tipo di turismo.

La natura e Dio sono stati molto generosi con questa regione. La freschezza ti segue durante tutto il viaggio, nonostante faccia ancora caldo. La pineta crea l’idea che gli incendi quest’estate non hanno fatto molti danni. In alcune parti, l’asse stradale è stato riparato con una qualità molto buona. In molti segmenti si costata facilmente che non sono stati toccati sin dal tempo del comunismo. Ti viene naturale l’idea che anche i vari interventi sono stati fatti magari in tempi di campagne elettorali da candidati per deputati o sindaci, che, non è chiaro se sono stati eletti o no! La distanza non lontana da Scutari, circa 45 km, si percorre in un tempo abbastanza lungo, tanto più quando non si conosce bene la strada. Ci sono voluti 120 minuti interi per arrivare nel centro di Pukë, mentre “per sbaglio” per andare a Vau-Dejës (da dove si deve passare per andare verso Pukë), abbiamo seguito la vecchia strada attraverso Gur i Zi - Mjedë. In ritorno, la stessa distanza l’abbiamo percorsa in 1 ora e 15 minuti.

Pukë è una piccola città. Ha solo una strada principale e una piazza che si può considerare il comune della città. Durante i 17 anni di democrazia vi sono stati molti movimenti demografici. All’inizio degli anni ’90, venivano contati circa 54.000 abitanti a livello regionale, mentre oggi sono non più di 35.000 abitanti. La città di Pukë ha un numero di abitanti che varia da 5.500 a 7.000 abitanti, secondo i vari interessi nelle campagne elettorali. Per la sua posizione geografica, ma anche la natura degli abitanti, per Pukë, l’emigrazione è stata molto difficile, se non impossibile. Quelli che hanno lasciato Pukë hanno preferito Tirana in particolare, ma anche alcune principali città, per cominciare la vita. Anche lo sviluppo economico dell’area è molto basso. I business locali non sono potenti tanto da garantire molti impiegati, mentre quelli stranieri non esistono affatto.

Un raggio di speranza pare si sia acceso con l’arrivo della compagnia di calzature, del noto affarista Paulin Radovani. Naturalmente, abbiamo parlato anche altre volte sull’investimento di Radovani a Pukë, ma questo reportage ha un altro scopo. Nella fabbrica, dove attualmente lavorano 140 persone, sono venuti in visita il Console d’Italia a Scutari, Stefano Marguccio, il Vice Prefetto di Pukë, Ded Peshpali, il Sindaco Rustem Struga ed il Direttore dell’Ufficio d’Impiego, Bashkim Asllanaj. Gli ospiti sono stati ricevuti dal direttore della fabbrica, Pjetër Gjokaj e il proprietario Paulin Radovani. All’inizio, una visita negli ambienti di lavoro della fabbrica, dove tutti rimangono impressi dalle ottime condizioni offerti ai lavoratori. “Vi sono molte possibilità di aumento dei posti di lavoro”, dice Radovani, che ci spiega di avere dei progetti per aumentare il numero dei processi svolti in questa fabbrica. Sono circa 2.000 mq di superficie costruita e coperta che può dare lavoro ad almeno altrettanto lavoratori, non solo femmine, ma anche maschi. Per una città come Pukè, l’impiego di 300 persone avrebbe un grande impatto nell’economia familiare.

In un incontro di lavoro e un ricevimento dato da Radovani agli ospiti e alle autorità, si discutono i problemi di Pukë e anche la possibilità di investimenti. Il Console Marguccio si esprime anzitutto contento per l’investimento di Radovani. Sono le stesse condizioni di lavoro di quelle delle altre fabbriche anche nella città di Scutari, forse migliori. È un ambiente molto ordinato che ti si impone in tutto, continua il diplomatico italiano. Io darò il mio massimo contributo per stimolare gli investimenti straneri, quelli italiani, qui a Pukë, ma anche voi come autorità locali dovete provare a bussare anche in molti uffici di progetti a Tirana. Marguccio ha detto che è molto importante presentare un immagine reale di Pukë e del Nord in generale. Non solo i stranieri ma anche Tirana ha un immagine che non corrisponde alla realtà. In questa direzione dovete fare molta attenzione ai rapporti interpersonali, i quali, il tempo ha dimostrato che sono molto più fruttuosi di quelli istituzionali. “Molto presto, il nuovo Ambasciatore d’Italia in Albania, Elio d’Elia, sarà a Scutari”, ha detto Marguccio, “e io vi inviterò tutti a discutere per trovare delle possibilità più grandi per promuovere il business nel Nord dell’Albania. “Il diplomatico d’Elia”, ha continuato il Console Marguccio, “visiterà anche le fabbriche di Paulin Radovani, come un notevole esempio del successo nel business”.

Prendendo la parola, Radovani ha espresso la sua gratitudine per la collaborazione che ha trovato e che gli è stato offerto dalle autorità locali a Pukë. Parlando degli investimenti fatti, egli ha detto che tutto è al servizio della comunità, poiché, fino ad ora, i lavoratori non sono ancora riusciti a rendere il loro stipendio. Nonostante tutto, deve essere visto in prospettiva anche per l’aumento degli altri processi, che non è necessario che siano realizzati a Scutari per portarli poi a finirle a Pukë. Fra i problemi principali, Radovani ha menzionato la mancanza dell’energia elettrica e la ricostruzione della strada. Dobbiamo dire che anche mentre ci trovavamo a Pukë, l’energia elettrica è mancata dalle 12.00 alle 17.00. È un orario che deve essere sfruttato al massimo dai lavoratori, che proprio durante questo periodo rimangono senza lavoro.

Riguardo all’energia elettrica, Radovani ha chiesto lo stesso trattamento come a Scutari, dove grazie alla comprensione del KESH e i sui dirigenti, l’energia elettrica è non stop. Anche per la questione della strada vi è stata comprensione totale e le parti nel incontro hanno concordato di inviare tutti insieme una richiesta al Primo Ministro Berisha per rendere possibile il rifornimento della fabbrica con energia elettrica, essendo questa, l’unica, che da lavoro ad un numero così grande di lavoratori, non solo a Pukë. Oltre all’allargamento dell’attività a Pukë, Radovani ha detto che ormai sta pensando di aprire nuove fabbriche a Bushat oppure a Kukës, per dare il primo esempio. Il Sindaco Struga e il Vice Prefetto Peshpali  hanno espresso il massimo apprezzamento per l’iniziativa di Radovani ed hanno garantito che daranno il loro appoggio come fino ad ora. Riguardo i problemi resi noti da Radovani, come l’energia elettrica e la ricostruzione della strada, le autorità locali erano della stessa opinione che la sensibilizzazione del Primo Ministro Berisha attraverso una lettera, siccome Radovani è anche Presidente dell’Unione per lo Sviluppo del Nord dell’Albania. Struga ha fatto notare che entro pochi giorni, il Presidente Bamir Topi avrebbe visitato Pukë, e in questa occasione potevano forse essere discussi questi problemi. Il Direttore dell’Ufficio d’Impiego a Pukë, Bashkim Asllanaj, ha definito la fabbrica aperta da Paulin Radovani, come un’eccellente esempio di correttezza ed osservazione delle leggi. Tutti i lavoratori sono assicurati secondo la legge e lavorano in condizioni contemporanei e con un trattamento straordinario.

Riprendendo la parola, Radovani ha fatto conoscere agli presenti che dal 27 al 29 settembre farà un viaggio a Faenza, in Italia, con l’invito della Regione Emilia-Romagna. “Insieme al Sindaco di Scutari, Lorenc Luka, l’Ambasciatore dell’Albania a Roma, Zef Lleshi, tre docenti dell’Università di Scutari: Sadije Bushati, Aurora Dibra e Arjeta Troshani, io, come Presidente dell’Unione per lo Sviluppo del Nord dell’Albania, avremo degli incontri con degli affaristi di questa Regione molto importante dell’Italia”, ha chiarito Radovani. “Negli incontri che avrò, tenterò non solo di sensibilizzare, ma anche a suscitare l’interesse degli investitori italiani a venire a Pukë”. Nello stesso tempo, egli ha annunciato anche l’ufficiale inaugurazione della fabbrica nel quartiere “Kiras” di Scutari, dove si è creata una reale possibilità di impiego per famiglie che vivono in specifiche condizioni di isolamento. Nella cerimonia dell’inaugurazione sono attese molte autorità statali, come anche il Primo Ministro Berisha e il Presidente Bamir Topi, il quale ha confermato il suo piacere di partecipare in questa inaugurazione.

In conclusione, il businessman Radovani ha fatto sapere ai presenti della visita che il Presidente dell’Albania, Bamir Topi, ha svolto nella sua fabbrica a Scutari ma anche negli ambienti di “Radofarma”. Durante la visita, che è durata circa un ora in questi ambienti, il Capo dello Stato ha conosciuto da vicino l’investimento fatto da Radovani, le condizioni di lavoro e i processi che si svolgono nei calzaturifici. Dall’altra parte, il Presidente Topi ha espresso una considerazione per “Radofarma”, che l’ha apprezzata anche per l’alta tecnologia usata. Radovani ha detto che il Presidente ha promesso ampio appoggio al business nel Nord dell’Albania, anche nell’ambito dell’Unione per lo Sviluppo del Nord. Dobbiamo dire che l’investimento di Radovani è stato l’unico visitato dal Capo dello Stato.

Durante questo colloquio che è durato più di 90 minuti, non sono mancate le battute e l’umore, mostrando che ormai tra i presenti è nata non solo una collaborazione, ma anche una sincera amicizia. Tutti insieme hanno visitato anche gli ambienti dove vengono prodotte le maschere “Arlecchino” a Pukë, del proprietario Edmond Angoni. In tutti i discorsi è stata sottolineata un attenzione maggiore da parte delle strutture dello Stato, non solo in appoggio, ma anche in promozione dei business che investono in un area difficile come Pukë.

Costruita in mezzo alle pigne, il calzaturificio a Pukë, assomiglia ad una vera e propria sede diplomatica, adornata anche da 4 bandiere all’ingresso. Lì, all’ingresso, vi è una grande cassa, dove la filiale di KESH a Pukë, ha collocato il suo contatore. Esso si trova fuori recinto, non protetto dunque, e con l’inizio della stagione fredda e la neve può subire diversi danni. Ormai, tutti a Pukë sanno raccontare della fabbrica della speranza, ma anche di Paulin Radovani. Tutti lo conoscono, piccoli e grandi, dalla città e dai dintorni. Sono tutti riconoscenti, tutti lo rispettano poiché egli ha saputo catturare i loro cuori in un breve tempo.

Mentre t’allontani dalla fabbrica e da Pukë, ti dirigi di nuovo verso la strada faticosa, in molti posti ammortizzata, ma che è stata potentemente ornata dalla natura. Ti sembra che anche “La legenda del granturco”, ma anche “Il piccolo Luli”, ormai appartengono al passato, e ci ricordano solo del grande Migjeni, il cui nome ha la scuola secondaria. È nato un raggio di speranza, è arrivata una prima rondine, che sicuramente sarà seguita anche da altre. Tutti hanno il diritto di vivere, tutti hanno il diritto di costruire la loro vita nel luogo di nascita. Quando il loro Stato non glielo garantisce, allora entrano in gioco affaristi umani com’è Paulin Radovani…

Blerti Delija, Sokol Pepushaj