koka

nr. 123 / 9nëntor 2008

alukit

 

La febbre dei Faslic e la pubblica scontentezza

Sokol Pepushaj

 

Anche oggi, come ieri, l’Albania politica assomiglia ad una mafia golosa che dopo le dichiarazioni a toni aspri dell’Ambasciatore Americano a Tirana, John Withers e dei corpi diplomatici occidentali, gira e gira creando soltanto panico pubblico. Anche la classe più incapace della nostra società, coloro che hanno occupato le tribune del lusso, che non hanno prodotto nessuna legge decente, quelli che se fossero messi a concorso con bambini di 14-15 anni risulterebbero degli portatori di handicap, sembra abbiano capito che non hanno rispettato nessun contratto con i votanti. Questi ultimi sanno ormai che gli imbroglioni hanno usato la loro fiducia per corruzione, profitti personali, famigliari, di clan, che anche il voto lo vendono addirittura al diavolo, che strillano per l’apertura dei dossier e vendono per niente quello che spetta non a loro ma agli albanesi, il morale per la soluzione dei crimini macabri. Come approveranno delle leggi penalizzanti coloro che sono ricercati per essere condannati pubblicamente?! Arrabbiati, i deputati, coloro che hanno speso di tasca loro fino a 700.000 Euro al mese per la campagna elettorale, hanno rivelato con la loro bocca i pseudonimi “Calza”, “Pastore”, “Becco”, “Gallina”, “Ciclista”, “Gallo”, “Alfons Ballsha”, “Masoviku”, “Petroliere”, “Bottiglia di latte”, “Canna”, “Montanaro”, “Piccolo”, “Usignolo”, “Demone”, “Pipa”, “Medicina”, “Sigaretta”, “Ingegnere”, “Anteo”, “Serbo”, “Stella”, “Nemerçka”, “Ciliegia”, “Orecchio”, “Belle-gambe”, “Cavallo da sella”, “Zio”, “Lago”, “Polo Nord” ecc., ecc., e tuttora continuano a beffarsi delle vittime, che in verità, a fianco di ogni pseudonimo no sbagliano a mettere un nome e cognome. La scontentezza pubblica è “l’isola” dove abita la ripugnanza, l’odio e pochissima cecità. Dall’altra parte, in tutti gli spazzi, vi sono i politici, i Faslic delle costruzioni a numerosi piani, i proprietari dei negozi, delle macchine lussuose, i sceicchi, le autorità. Essi sono le spie, i cui dossier sono ormai conosciuti, cosi come i fatti. Nel concetto della teoria dei padri della nazione, essi si sono confusi perché non hanno destra, sinistra, centro o che ne so, sono dei gangster e ladri, truffatori o sicari, Faslic o sanguisughe, poiché sono stati bravi a prendere una fetta, come Faslic, lasciando dietro come la lumaca, una traccia visibile, ma dove non si distingue il colore politico, perché sempre quando qualcuno ruba meno, solo allora fa da opponente, esce davanti contro la povertà, la corruzione, i chilometri di costruzione illecita. Per questo Damir, tutti hanno discusso, ma io avevo una semplice domanda: Dall’autorità governativa, fino al semplice sindaco e oppositore, ne conoscete qualcuno che non sia uno Faslic? Cosi dunque, almeno chiamiamo l’estorsione col suo nome, il criminale col suo nome, perché la gente conosce ogni Faslic, ogni spia che dei voti ne ha fatto un impostura, e dell’arroganza un potere. Questo lo sanno anche i bambini dell’asilo, anche i venditori dell’usato. Addirittura ai mendicanti ritorna il sorriso quando li vedono nei bar accompagnati da ignoranti e vagabondi, persone ricercate dai paesi occidentali, e dalle prigioni albanesi e gli dicono con un tono amichevole: “Dai, tu che hai tutti quei soldi, dammi 10.000 Leke”. Dopo che il mendicante menziona i soldi, e la politica non fa politica ma soldi, perché questa è stata la loro destinazione, naturalmente con il sudore di quelli che pagano le tasse che applaudono quando si costruiscono 100 metri di strada, per esempio a Scutari, con 372.168.000 Leke, nonostante sia scaduto il termine, e i lavori sono più vicini all’inizio che al completamento, e dove, come si dice, al progetto verranno aggiunti poco meno di altri 100.000.000, sembra un atto eroico il costo del tunnel di Kalimash. Volete delle cifre? D’accordo, completamente d’accordo. Il ponte di Uraka e Burrel, una grande costruzione con parametri internazionali, sovrintesa dagli americani, con dirigente legale Ilmi Bushi della Compagnia “Bushi” s.r.l., sta terminando, con il valore del fondo accordato quanto la metà della strada “Kole Idromeno”, ricostruita per la terza volta esatta nel bel centro della città di Scutari. In modo concreto, per il ponte in questione è stato accordato il fondo di 238.650.000 leke.

- Hai misurato la strada prima di cominciare a scrivere? - chiedi tu.

- No, non l’ho misurata, ma la strada è li - mi “giustifico”.

- Non vorresti dire che c’è estorsione, che io spendo dei soldi (quelli del popolo) e me ne sbarazzo di quelli che attaccano il mio onore e quello del partito - dici tu.

- Ma no, tu sei onesto e che il tuo partito scampi al malocchio, anzi la strada in questione avrà una qualità di 500%, - ti tranquillizzo io.

Meglio cosi, poiché se menzioni la giustizia, potranno anche ridere, essi sono più Arpagoni di noi, hanno delle proprietà loro in abbondanza. Lungi poi da noi dire che le decisioni del tribunale vengono “prese” anche nel bar, per non cominciare a dire poi che sono stati accusati di crimine economico al tribunale la Via Anello Shkoder Loti 1, Via Anello Shkoder Loti 2, Via Anello Shkoder Loti (continuo) e la strada di Velipoja (lavori in aggiunta), e la giustizia è possibile che metta solo qualche multa. Sono “meriti” questi. Anzi, tutto lo prende il politico arrogante, l’autorità e lo stato che investe dalla tasca… tua. Dopo che ti sei occupato della questione, questa volta non in dettagli, ma semplicemente come fenomeno, non puoi non dire due parole sulla protesta di più di 500 cittadini che vivono non solo negli ambienti dell’ex divisione ma anche nei dintorni, alcuni con proprietà legali che hanno portato il caso anche al tribunale. Fuori dalla storia delle proprietà, perché stiamo solo facendo un commento, fuori dalla storia delle legalizzazioni per le quali il governo ha allestito una commissione, dove anche l’opposizione si arricchisce, ti viene in mente la favola delle elezioni locali del 1 ottobre 2000, quando colui che oggi ha i documenti per costruire dei palazzi li, aveva promesso pubblicamente la legalizzazione delle abitazioni, anzi anche piscina e campo da gioco per i bambini, oppure, come dicono gli inglesi, gli ha preso “down payment”, caparra. Quelli che erano bambini sono cresciuti e invece di godere i giochi, prendono in mano delle banderuole, bastoni di legno, uova e pomodori nelle tasche, tintura nera, per scrivere qualche accusa, se gli si strappa il cartone dalla pioggia che bagna tutto, e non so che altro serve ai dimostranti. Se qualcuno ha riso perché i slogan avevano qualche errore ortografico, che importanza ha, perché gli accusati di corruzione non sanno ne leggere, ne scrivere, nonostante abbiano comprato i diplomi. Siamo dunque alla protesta. Se vi fossero uno o due persone che mirano apertamente per il mercato di Scutari di colpire il “Tallone di Achille”, che accusano ad alta voce per crimini economici, clan mafiosi, soldi rubati al popolo, assomiglierebbero a degli eroi della mitologia greca che credono in tutto quello che pensano sia giusto. Ma qui, sin dall’inizio, non vi è ideale. Vi è sacrificio esistenziale, rabbia contro i Minotauri che stanno non nelle grotte, ma negli uffici, auto, intrecciano le gambe nei palazzi e castelli, dove non chiedono le femmine con la forza come i mostri metà bue metà uomo, dove non vi sono Ariane che li sconfiggano e poi estendere il filo per uscire dalla grotta. I Minotauri sono dei VIP, vi sono nei comuni e partiti, tribunali e appalti, nei castelli da nove piani fino all’incrocio nel cuore della città, addirittura saliti anche sopra la banca “Intesa San Paolo”, la banca di buon nome che ha aiutato i grandi business, e che in tre mesi e quattro giorni cambia tre volte il nome, mentre il mondo è scioccato dalla sottomissione ai processi di valutazione delle banche, che chiedono offerte alla soglia del fallimento, poiché diventano una minaccia anche delle famose compagnie, rischio delle società potenti, le quali, attraverso gli amministratori colpiscono tutto il sistema bancario. Nessuno può dire che la mafia delle costruzioni non fiorisce. Se il palazzo sta li, guardatelo gente, e se le leggi sono un obbligo costituzionale, leggeteli procuratori, se vi è qualcuno che non è uno Faslic, poiché egli sta a 4 metri e 20 centimetri dal Telekom che è a circa 15 metri dal punto del cuore della città, il posto dove ci sta tutto il giorno un fischietto con un poliziotto, dove la legge ci sembra non un edificio di 9 piani, ma nemmeno quanto la metà, lo può permettere. Di fronte a queste terribili cose, il popolo, i poveri, quei 500 protestanti che non tirano le pietre al diavolo, che non le tirano nemmeno al palazzo di 9 piani, non perché commettono un peccato, ma perché non è il tavolo del Qabe, presso Macca, ma granito e vetro, hanno fatto ricorso al tribunale, ma hanno aperto anche un dibattito nel comune… Hanno ragione, non hanno ragione, facciamoli prima le case, poi i soldi costruzione e la costruzione di nuovo soldi, o aspettiamo quello che dice il tribunale, la legge?! Minacciamo qualcuno a morte, oppure… tacciamo e inventiamo menzogne all’infinito?! Questa sembra essere il dilemma. Un “litigio” dunque, dove serve balance of power, ovvero più comprensibile  per i parlamentari di Scutari, la bilancia del potere, percepibile per la situazione che chi ha occhi, la vede. Le opinioni sono diverse, e altrettanto le azioni. Assomiglia al gioco che ognuno da lo “schiaffo” all’altro con tutto il braccio, quando gli sembra di non aver ottenuto la sua parte. Se dici che non vi è mafia, tutti direbbero che non sai quello che dici.

 

Il Consolato Italiano crea un clima di sviluppo ed impiego nel Nord dell’Albania

Il progetto “Area Industriale Koplik” è più che mai vicino alla realizzazione. Il progetto ambizioso ma realizzabile dell’Associazione degli Imprenditori Italiani che Operano in Albania (AIIOA) avrà un impatto molto importante per lo sviluppo della regione del Nord dell’Albania. Sembra che tutto stia accelerando negli ultimi anni, con la visita del Ministro degli Esteri d’Italia, Franco Frattini a Tirana e la firma di un accordo con il governo albanese.

Un merito particolare nella cristallizzazione dell’idea ha il Consolato d’Italia a Scutari e i Consoli Roberto Orlando e Stefano Marguccio. Il primo fu quello che presentò la possibilità che offre la regione di Scutari, organizzando un tour nel Sud Italia con le più importanti autorità del Nord dell’Albania, varie organizzazioni ed associazioni di affari e noti affaristi. Mentre il Console Marguccio era il catalizzatore ed il promotore per l’implemento dell’idea, diventando portavoce e difensore dell’idea. Sono tante le visite dei rappresentanti dell’Ambasciata d’Italia a Tirana, i quali, accompagnati dal Console Marguccio, hanno visto da vicino anche il luogo dove sarà realizzata “L’Area Industriale Koplik”, hanno incontrato le autorità locali e regionali, ecc. Il progetto-idea è nato dalla convinzione che l’Albania, nel vicino futuro, potrebbe essere un “ponte” principale tra i Balcani e l’Italia, specialmente del Puglia. L’obiettivo del progetto è la costruzione di un area industriale orientato ad attirare le imprese italiane, internazionali e locali che operano specialmente nel settore della produzione agro-industriale, agro-meccanica, meccanica leggera, industria tessile ecc.

Una superficie di 64 ettari di proprietà del Comune di Koplik, è stata messa a disposizione di quest’idea, che si prevede di assumere tremila persone da M.Madhe e Scutari. Vi sono alcuni motivi per cui è stata scelta proprio quest’area per un progetto cosi ambizioso e con un futuro sicuro. La favorevole posizione geografica e la vicinanza con Scutari, è il più importante. Koplik si può considerare come un ponte di collegamento con Montenegro, Serbia e anche Kosovo. In quest’ambito, ha una rilevante importanza il progetto della superstrada Scutari - Hani i Hotit (finanziata dal Governo Italiano), e l’asse stradale Scutari-Bajze. In secondo luogo sono le tante ricchezze naturali, poco sfruttate. L’argilla, le riserve del rame, la calce ed una grande “arteria” di marmo, scoperta ultimamente, completa il quadro delle riserve geologiche. Il settore dell’agricoltura, poco sfruttato, il clima favorevole e superfici intere non sfruttate con grandi possibilità di integrazione con l’industria della conservazione e trasformazione. Quello che stimola la realizzazione del progetto è anche l’alta possibilità delle risorse umane dell’area. Per tanti anni, l’area Scutari-Koplik è stata “l’area dell’artigianato” in Albania, allo stesso livello dei grandi centri di scambio di prodotti artigianali in tutte le aree dei Balcani. Mentre vi è tanta possibilità d’impiego e le retribuzioni sono le più basse in Albania. A Scutari si trova l’unica università nel Nord dell’Albania con circa 6 mila studenti (secondo gli specialisti italiani) con più di 500 diplomati all’anno. Elemento da non sottovalutare è anche la conoscenza della lingua italiana dai giovani e non solo. Dall’altra parte, l’Albania ha firmato un protocollo d’intesa per creare un “Area Libera di Scambio” nella regione con la Croazia, Macedonia, Bosnia e Erzegovina, Montenegro, Serbia, Romania, Bulgaria e Moldavia. Anche le banche sono un’altra possibilità per lo sviluppo del progetto-idea, a partire dal fatto che vi sono ormai decine di banche con la loro attività in questa regione, dove si sottolinea la Banca Intesa San Paolo Albania. In fine, viene stimato che la regione di Scutari è sempre stata legata all’Italia, se si tengono presenti i continui contatti con la Chiesa Cattolica.                                         Blerti Delija

 

Camorra ha legami con albanesi, turchi, afgani e pachistani

1   L’organizzazione criminale controlla il porto.

2   I consigli della città di Napoli e la vita economica è sotto il controllo di alcune famiglie potenti.

3   Gli appalti a Napoli li vince il crimine, poiché il piano comunale è debole.

4   I mafiosi sono riusciti a coinvolgere anche le donne, una strategia che pare si userà anche a Scutari durante le prossime elezioni parlamentari.

5   Le bande delle strade a Napoli sono dello stesso livello dei loro vicini oltre lo stretto di Messina, la tradizionale Cosa Nostra nel cuore della Sicilia.

6   Circa 500 protestanti nella città di Scutari rassomigliano Napoli con il capoluogo del Nord dell’Albania.

 

 

Albert Vataj

 

A Napoli, nel Sud dell’Italia, la crisi dei rifiuti sta peggiorando. Ufficialmente viene stimato che vi sono 50 mila tonnellate di rifiuti nella regione di Campagna e 5 mila tonnellate nelle strade della città. Gli abitanti arrabbiati incolpano il governo e le bande criminali della Camorra.

Ma, come funziona la Camorra? Perché lo Stato sembra impotente?

Clare Longrigg è una voce autoritaria sulla mafia napoletana: “La Camorra controlla tutto il traffico che c’è nel porto di Napoli, tutti gli affari illeciti che si muovono non solo nel centro di Napoli, ma anche nei dintorni. Tramite i contatti della Camorra nei consigli della città e quelli locali, nei gruppi operativi e amministrativi, essi hanno preso il controllo dei contratti per i rifiuti, hanno dunque pieno controllo della vita economica.

Il controllo che la Camorra ha sul business dei rifiuti significa scarsa programmazione comunale e deboli regole. I posti dove vengono posti i rifiuti sono pieni, non solo di rifiuti locali, ma anche rifiuti importati da altri parti dell’Italia. Parte di questi rifiuti sono stati tossici, come vecchi frigoriferi e rifiuti industriali non elaborati, buttati li senza permesso. Il numero delle persone che soffrono dal cancro a Napoli è aumentato notevolmente. Anche un processo sul collegamento tra i politici e la Camorra non ha avuto buon inizio quando uno dei principali testimoni, Michele Orsi, è stato colpito a morte in un bar.

Chi sono, quindi, queste persone che hanno cosi tanto potere in una città moderna europea?

“È una sorta di federazione composta da varie famiglie. Alcune sono più potenti delle altre. Alcune sono in crescita e sono in contrasto e formano alleanze diverse. Ma, le persone che portano avanti queste famiglie sono carismatiche, come quelli che portano avanti i culti. Luigi Giuliani e sua moglie hanno controllato la parte centrale di Forcella e noi siamo andati in uno dei loro matrimoni. I VIP locali erano invitati. Essi sono molto famosi ed hanno ricchezze straordinarie”, dice Clare Longrigg.

Ma, qual è il ruolo delle donne, domandammo a Clare Longrigg. “Le donne nella Camorra hanno un ruolo molto importante, paragonate alle altre mafie italiane. Le donne a Napoli sono state da tempo più emancipate. Solo esse sono responsabili per i prestiti e per la guida dei contrabbandi di droga e la ripulitura dei soldi. Pipetta Maresca, p.es. era una donna eccezionale, che prese il comando dal marito, quando quest’ultimo fu ucciso. Essa aveva solo 18 anni. Ricordo che era solo pochi anni fa, quando due macchine con donne delle famiglie opponenti, andarono ad un incontro che terminò con sparatorie tra loro. Due macchine piene di donne morte”.

La crisi a Napoli è tipica dei tempi nostri. Le radici della Camorra comunque sono vecchie quanto la città stessa. Uno di quelli che capiscono benissimo Napoli, è lo scrittore Peter Robb. “Penso che queste condizioni hanno una provenienza lontana, sin dall’Impero Romano e i primi segni dell’inizio del Rinascimento, ma la Camorra è qualcosa spagnola”.

I re spagnoli si impossessarono di Napoli nell’inizio del 1500 e governarono per più di 200 anni. Essi portarono il crimine delle strade di Siviglia. Essi portarono, altresì”, dice Peter Robb, “anche la legittimità politica che vediamo oggi. Ai governanti spagnoli piace sempre lasciare la gente ad organizzarsi. Essi non erano affatto interessati al benessere della popolazione locale, cosi c’era una coesistenza tra il potere governante e questo potere criminale locale che iniziò a crescere e dominare le periferie e i vecchi quartieri di Napoli, e sin da quel tempo è rimasto. Vi è una terribile corruzione politica e disattenzione anche in queste condizioni mentre fiorisce anche il potere criminale”.

Quando a Napoli ci fu il terremoto del 1980, la Camorra sfruttò l’occasione. Peter Robb dice: “Il governo italiano mise a disposizione dei miliardi per la ricostruzione e la Camorra potette entrare in modo molto ampio nei contratti governativi, le costruzioni e il materiale per le costruzioni è ormai parte importante del business della Camorra. Nello stesso tempo, li iniziò a fiorire anche il traffico mondiale della droga. L’eroina arrivò in Italia e dopo anche la cocaina dall’America Meridionale”.

Le bande delle strade di Napoli erano ora nello stesso livello dei loro famosi vicini oltre lo Stretto di Messina, la tradizionale Cosa Nostra nel cuore della Sicilia.

Uno studio recente da una associazione italiana, stimò che nell’ultimo anno la Camorra aveva un valore di circa 23 miliardi di dollari, che in generale è la Produzione Interna Lorda del Libano.

Anna Gilmour, che ha seguito da vicino il modo in cui la Camorra si è estesa in una vasta rete di crimine mondiale, con redditi paragonabili a quelli di un paese piccolo. “La Camorra e molto legata ad altre organizzazioni, p.es. per quanto riguarda l’eroina, essa può avere dei legami con gli albanesi, questi ultimi hanno dei legami con i gruppi turchi, e questi ultimi ancora hanno dei legami con reti che si muovono dall’Afghanistan e Pakistan. Lo stesso per la cocaina. La Camorra ha avuto la possibilità di rafforzare i legami con i gruppi spagnoli e colombiani, che operano nel mercato della cocaina dai paesi produttori nelle Ande, tramite il Brasile o le Carabi verso l’Africa Occidentale e dopo in Europa”.

La Camorra potrebbe essere ormai un giocatore internazionale. Ma, per Peter Robb, essa è ancora un problema cosi profondo italiano, cosi complesso che arriva nel cuore di ogni cosa italiana:

“La questione della corruzione in Italia, che è nel nocciolo di questo, è cosi profonda e continua in molti livelli, che io non so dove uno può cominciare il lavoro”.

Nel frattempo, i 70 milioni di euro necessari per terminare tutto il lavoro a Napoli sono stati congelati, come parte dell’inchiesta nella quale è coinvolta il governatore regionale, Antonio Sassolino. A Napoli, la polizia ha arrestato circa 50 persone, che si dice siano della Camorra e più di 20 impiegati dell’amministrazione sono sotto inchiesta, per aver venduto in modo illecito i rifiuti invece di pulirli. Per i napoletani, la salvezza da questi problemi sembra più lontana che mai.

Anche a Scutari ci sono accuse simili, specie nelle costruzioni molto alte nel centro della città. Se domandi ai cittadini, quattro su cinque dichiara che ognuno che ha del potere può ottenere la licenza per costruire. E quando la proprietà è pubblica può anche essere comprata come privata e quando è abitata da centinaia di famiglie che chiedono la sua legalizzazione e di poterla comprare, può essere programmata per la costruzione di palazzi, dicono alcuni. Oltre 500 famigliari paragonano la situazione di Scutari a quella di Napoli. Essi protestano ogni giorno, poiché, dicono, anche se saranno costruiti molti appartamenti nell’area della ex-Divisione di Scutari, non possono dare rifugio nemmeno alla metà di quelli che rimangono fuori, i quali chiedono la verifica delle proprietà del costruttore, poiché può anche succedere che avendo milioni di euro di debito in una banca con problemi finanziari, forse sono le costruzioni in quel posto che danno i guadagni per salvare se stesso e la banca.