La strategia del “isolamento” contro quella del “boicottaggio”
L’attacco aperto ed individuale del Premier Sali Berisha dal Parlamento contro il presidente del PS, Edi Rama, non era casuale e tanto meno inaspettato. I nervi tesi da mesi ormai, non erano semplicemente preda del conosciuto fenomeno psicologico. Anche la rara estimazione del Presidente del Parlamento Jozefina Topalli per il Partito Socialista come “patrimonio del paese” non era casuale. Non sono rilevanti nemmeno le apparizioni giornaliere dei deputati del PD, MSI, dirigenti delle forze politiche in alleanza al governamento del paese dopo le elezioni del 28 giugno 2009. È molto semplice da capire da parte di tutti che la maggioranza attuale ha iniziato una nuova fase di confronto politico con l’opposizione, cercando di isolare il capo Rama dal inizialmente gruppo parlamentare (nonostante no sia un deputato, ha un peso indiscutibile nella presa delle decisioni), e dopo dalla presidenza che non ha ancora preso forma e di seguito anche dalla massa dei socialisti in tutto il paese.
È chiaro che lo “stoico” e testardo boicottaggio dei socialisti ha innervosito non solo la maggioranza, non solo ha ostacolato l’approvazione di alcune leggi, ma l’ha anche stancata in tutti i sensi.
Dopo i risultati del 28 giugno che riportarono il PS e Rama di nuovo alla seconda fila del potere, come opposizione, la strategia prevedeva l’isolamento del capo dei socialisti affinché non potesse più guidare la più grande e l’unica opposizione. Il momento migliore era proprio il congresso straordinario dei socialisti, seguita dall’elezione del capo in base al principio “un membro, un voto”. Approfittando dal vuoto dello statuto, Rama si candido di nuovo ed ebbe un risultato molto profondo rispetto ad un rivale il quale con tutti gli sforzi per una seria gara, non riuscì mai a convincere qualcuno a dargli più appoggio di quanto era stato prestabilito. Lo scopo della maggioranza era uno solo, allontanare Edi Rama dalla guida dell’opposizione, provato come un “insistente cocciuto” sin dall’inizio degli anni ’90, addirittura tra le file della prima opposizione albanese. Nonostante i scongiuramenti per “principi democratici” anche il gruppo dei 5 deputati guidati da Ben Blushi aveva proprio lo scopo di far uscire dal gioco Edi Rama. Questo si è notato chiaramente nel mancato coraggio da parte di Arben Malaj a concorrere, e in seguito dal graduale calo della resistenza dentro il PS, dopo che è stato fatto un altro test. Il test era molto semplice: “Quale deputato socialista avrebbe rischiato la carriera politica per unirsi al gruppo dei 5 deputati con i quali si sarebbe raggiunto ad ogni costo il numero magico di 84 deputati al Parlamento. A quanto pare, era in questa linea anche la fondazione del Partito per Giustizia ed Unità (PDU) a capo della quale era il deputato socialista Idrici, che si unì con stile ai 5 deputati ormai dichiarati pronti ad entrare in Parlamento. La stabilizzazione dei termini, poi non rispettati dal gruppo dei 5 deputati socialisti ha compromesso direttamente o indirettamente l’idea, rimasta semplicemente come tale, di completare il quorum necessario dei deputati per approvare leggi classificate, in via legale a nome del “patriottismo” oppure anche in via non legale derivando in conti bancari fuori paese.
Non posso affermare esattamente quanto era il numero dei partecipanti alla radunanza di tre giorni dell’opposizione a Tirana, ma devo dire che erano in tanti. 100 mila, 25-30 mila, come hanno detto alcuni, ma mai 3 mila come altri hanno affermato, hanno servito all’opposizione albanese fuori Parlamento a mostrare “i muscoli”. Non è un caso che proprio dopo questo meeting, i nervi tesi hanno cominciato a rompersi uno ad uno fino al momento quanto il Premier Berisha, fanatico dei valori della famiglia e di non sparlare di individui che non hanno diretto rapporto col governare, è esploso proprio nel Parlamento albanese. Non intendo fermarmi a giudicare quanto è stato detto dal Premier e leader della maggioranza attuale, ma voglio menzionare solo un semplice fatto, l’orario di trasmissione della seduta da almeno 5 TV albanesi. In quel orario, nelle case degli albanesi, che nel migliore dei casi hanno non più di un televisore, tutti furono obbligati ad ascoltare un vocabolario che, infatti, non avevamo mai sentito uscire dalla bocca di Sali Berisha, almeno dal 1990 in poi. Nemmeno contro il suo più feroce nemico politico, con il quale hanno diviso il campo di battaglia per 15 anni, Fatos Nano, Berisha non aveva articolato cosi tanto quanto contro Edi Rama. Anche quelle che erano state dichiarate durante varie campagne elettorali, Berisha non ha esitato ad etichettarle come “limonate elettorali”. Tutta questa “sparatoria” che è uscita dalla bocca del numero uno del Governo è entrato “senza bussare” (come dice un mio amico) attraverso le TV nelle case di tutti gli albanesi, a prescindere dal fatto che davanti alla scatola magica potessero esserci anziani, donne, bambini o uomini.
Anche nella vigilia delle elezioni del 2007, questioni legate alla vita privata di Edi Rama divennero un mezzo della maggioranza che voleva diventare tale anche nel Comune di Tirana, per denigrare la figura del Sindaco. Edi Rama, da qualche parte ritoccato ed altrove in originale, apparve anche “nudo”. In quel tempo non solo i socialisti, ma anche MSI e lo stesso Ilir Meta, si schierarono con fanatismo difendendo con stoicismo Edi Rama, considerando tutto come sua vita privata.
In questi giorni è ritornata la stessa situazione. Rama viene di nuovo attaccato nella sua vita privata, nonostante la causa sia grande, quella della “violenza contro la donna”. Per tutti quei maschi, dentro o fuori Parlamento, con o senza potere, avrebbe un significato l’affermazione di Gesù Cristo: “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra!” Credo che nessuno oserebbe non solo alzare la mano ma nemmeno prendere una pietra. Sono tante anche le signore dentro il Parlamento che prima di diventare legislatrici o anche durante, hanno subito violenza almeno psicologica da parte dei loro mariti. Non bisogna poi dimenticare che all’inizio degli anni ’90 non sono mancati nemmeno i “pugni verso le mogli” anche negli uffici dello stato albanese, anche sotto gli occhi delle guardie del corpo. Porto questi argomenti non per giustificare nessun tipo di violenza verso nessuno, tanto meno verso le signore, ma per aprire le menti degli albanesi che devono capire che siamo di nuovo in un gioco politico, è semplicemente cambiata la strategia di una parte verso l’altra. Non è strano che entro poche settimane o mesi, dopo aver raggiunto “la pace” attesa e richiesta dalle parti, si parli di nuovo di “limonate elettorali”.
Si sta cercando di “isolare” Edi Rama dall’altra parte del Partito Socialista. E l’unico modo è toccare nella sua morale personale, con un attacco da tutte le parti a partire dal defunto padre, la madre, l’ex-moglie ed il figlio. In modo diretto o indiretto, in questo attacco viene coinvolta anche la famiglia scutarina, poiché Rama è nipote di Scutari. Anche famiglie con potere e che hanno stretti rapporti di parentela con il capo-socialista, i quali a causa della realtà devono sentirsi in posizione molto difficile. Dall’altra parte, la strategia del “isolamento” è anche un tentativo per scoraggiare la partecipazione dei cittadini nella protesta annunciata del 5 dicembre a Tirana, se Rama non ha cambiato data. A questo scopo serve anche l’apparizione ogni giorno dei deputati democratici e del MSI da varie regioni del paese, che naturalmente hanno più impatto a scoraggiare i sostenitori socialisti siccome hanno soli pochi mesi e si sono incontrati da vicino nella campagna elettorale. Quello che si nota in questa situazione è il silenzio degli alleati del PS nella battaglia per il voto. A quanto pare temono i sviluppi imprevisti, oppure in silenzio danno ragione alle accuse del PD e MSI, almeno fino ad ora. Senza voler giudicare sulla veridicità o no delle accuse verso Rama, vorrei chiudere con un fatto semplice. Non crediamo che Edi Rama ha più peccati, pubblicati o no, di Silvio Berlusconi in Italia riguardo le signore o signorine. Con tutte le pubblicazioni fatte, gli attacchi aperti, i scioperi dei giornalisti, pubblicamente Silvio Berlusconi non ha perso nemmeno un amico. Nemmeno Sali Berisha, da molti anni amico del Premier italiano.
Sokol Pepushaj |