nr. 34 / 29 tetor 2002
Ha Fatos Klosi consegnato
alla Cia i dossier di Nano e Berisha? Non ha la diplomazia Albanese
l’autorità di una zingara?! Editoriale di Sokol
Pepushaj Avevo comperato due libri a Durazzo e mentre stavo
prendendo un caffé con un deputato del Parlament Albanese, si svolge questo
dialogo: -Strano, tu scrivi e compri dei libri?! Ho preferito rispondere alla domanda con un altra
domanda: -Conoscete qualché politico che non legge e non
abbia sostituito la sua mente con diavolerie? -Si, - disse lui, - quelli che hanno un sacco di
soldi, poiché lo stomaco non ne vuole sapere di stupidaggini. Ci separammo. Non èra semplicemente una separazione
tra due persone, piuttosto tra diversi punti di vista. Se abbiamo fatto un pò di morale, non è anormale
dire che il nummero di quelli che ti chiamano stupido quando leggi, quando
illumini la tua via e quella degli altri, è proprio grande come
lo stato. Ed intorno a questo stato che ha un sacco di soldi, ci sono i
criminali, i buggiardi, i ladri, ci sono gli uffici della legge, l’esecutivo,
il tribunale, la Costituzione, che sembra un pò gonfia, e un pò incinta e che
pare che verrà fatta di nuovo da Sabri Godo. Siccome siamo a Durazzo, sembra
una piccola cosa dire che proprio nella spiaggia di questa città, l’opposizione
da tempo urla che 142 vila sono “proprietà” di queste persone dello stato che
hanno voluto un sacco di soldi. Quando tu come governante corri a divertirti, a
rubare, quando tu deputato cambi la macchina seguendo anche i gusti delle tue
amanti, quando a te come primo ministro viene menzionato il nome di tua
moglie nei dossier e fuori, è normale che ti trovi all’opposto con il tuo
popolo, con questo popolo che lo valuti come stupido e ogni volta che vengono
le elezioni le chiedi... il Voto. Invece di fare qualcosa come stato, spendi il tempo
trovando i traditori come nel tempo di Enver Hoxha, anzi di più e con molto
umore. Sia l’opposizione che la maggioranza stano portando acqua allo stesso
vaso. Gli attacchi al capo dei Servizi d’Informazione Nazionale, Fatos Klosi
non sono nient’altro che la continuazione della Piovra Albanese. Anché quei
pochi segreti che avevamo li abbiamo messi all’asta, con un prezzo molto
basso. Ci vorranno molti anni per l’Albania di chiudere questo grande Buco in
diplomazia. Ma perché succedono certe cose? Sembra che Fatos Klosi abbia sorvegliato Fatos Nano
e Sali Berisha. Ma sono sicuri Nano, Berisha e tutte le strutture
dello stato che quei segreti sono finiti in mani sicure, nelle mani della
CIA? Pensiamo che anché questo sarebbe normale. Ma, ci pensa qualcuno che forse è lo stesso Fatos
Klosi che ha contribuito alla riconcigliazione dei due “nemici”, Nano e
Berisha e nell’appianare la politica calda con gravi conseguenze, come
d’altronde è sucesso in questi dodici anni portando all’uccisione di oltre
6000 Albanesi innocenti?! Non sarà questo un gioco affinché gli Albanesi
gioscano al giorno e rimpiangano i giorni a venire? Comunque, pensiamo che gli Albanesi, ormai abituati
a tali scenari, capiscono che si tratta di un Waterloo di crimine ed
interessi stretti e che questa politica troverà molto presto una formula tipo
i Calandri Greci riguardo alla trasparenza del SIS. Non sarebbe strano se
Fatos Klosi abbandonasse l’Albania come Gazidede, oppure che vada avanti per
un lungo tempo come il dossier “Cocaina” di Sokol Koçiu. Sembra che in questo evento mediatico manchino gli
attori. Sembra non ci sia ne Durde, ne Berdalla. A questo piano stanno
uscendo dei nomi come quelli del ex deputato Mark Krroqi ed il dottor Ferid
Hoti, cercando invano di spostare l’attenzione nel Nord dell’Albania.
Stupidaggini del genere sembra non verranno inghiottite, per quanto
spettacolare si stia svolgendo il falso dibattito. Il Nord dell’Albania non
ha avuto fino ad ora il neccessario spazio per mettere in politica dei
rappresentanti di tale livello da poter fare movimenti del genere, in modo
più chiaro, non sono di quel livello professionale, poiché la sicurezza dello
stato è composto da sucessori di Enver Hoxha e non da altri livelli. Guardate
chi dirige i partiti e metteteci in fondo un grande punto. Quando le sporche acque emergono, fanno puzzare le
tubazioni e le loro tubazioni sono a Tirana. I sorveglianti di questo
tubazioni sono del sud, ed il commento è di troppo. Guardate chi compone lo stato, il governo, chi
compone la diplomazia. Sono i stessi del sud, oppure no? Una tale diplomazia che vende i segreti statali
assomiglia più ad una diplomazia di zingari, il mio è milgiore del tuo, e quì
prende forma la risposta di quel deputato che abbiamo presentato all’inizio
dell’articolo: -Lo stomaco non ne vuole sapere di stupidaggini. La vita e la morte, la
musica ed il crimine si incontrano per strada La più notevole qualità della democrazia è la
costruzione delle relazioni sociali e dell’alternativa. L’alternativa
perfezziona queste relazioni e le tiene in movimento. Questa richezza è più cara del potere, anzi più caro
dello stesso “tesoro dello stato”. Essa ti rende libero e capace nella
romantica morale, indipendentemente dal posto che occupa come individuo nella
gerarchia sociale. È proprio questa natura di relazioni che fa
diventare della Terra la nostra casa comune, ed in particolare la nazione. Dopo tante tensioni e fatiche psichiche che portano
ad un luogo cieco, sembra che le parti si stanno rivolgendo verso il rapporto
per portare all’equilibrio proprio quello che per l’Albania sembra
“impossibile da riportare” il diritto del diritto, come istituzione
dell’alternativa. Se si perde la libertà di scegliere, si perde la
capacita di risolvere. Il potere monopolizza il diritto ed il problema, la
libertà e l’obbligom due pesi questi che esauriscono l’energia della società
e danneggiano, degradano e producono il crimine, come dittatura di stato.
Dopo di questo nessuno è libero, ne quello al potere, ne il poliziotto, ne il
cittadino, e questo collasso riempie la vita mentre l’uomo vaga nel buio. È di troppo menzionare il fatto che la società
Albanese sta superando delle prove del carattere di trovarsi in esperienze, e
la sua emancipazione sta avvenendo da vie brutali, che la vita e la morte, la
musica e la raffica, si scambiano decine di volte al giorno. Ma quello che è
più chiaro e che brilla è il fatto che da secoli stiamo affrontando il male
delle ferite anche di qualcun’altrom che forse viene dalla nostra geografia,
tanto meravigliosa quanto desiderabile, dall essere “piccoli” e cosi “amati”,
limite di due mondi, dei divisi di una sola lingua, delle parti Est-Ovest, e
allo stesso tempo siamo punto d’incontro. Il Kossovo è stato e deve rimanere nel nostro
sguardo, l’elemento drammatico che prova quello che causa il chiarimento di
idee che l’Albanesimo come dialogo ed etica, come intesa ai confini superiori
della toleranza, è l’unica vita qè possiamo seminare per noi stessi ed il
nostro significato. Soltanto nella riconcigliazione dell’inriconcigliabile
diventa vivibile l’impossibile, il quale per noi Albanesi, per quanto abbia
Albanese ed Albania, rimarrà imperativo del nostro essere, il sottile filo
della dignità. Mimoza Ahmeti
Tepelena la citta che si
abbandona Non lontano dalla città museale di Girokastra, si
trova una piccola città non meno conosciuta, la citta di Tepelena. In questa
piccola città di 7 mila abitanti, la vita è diventata cosi difficile e monotona,
che da esso si allontanano ogni giorno diversi individui e famiglie. Perché questa grande fuga? – Questa èra la domanda
che abbiamo rivolto ad un anziano abitante di questa città. Per capire noi
stessi la domanda, ci basta stare qui per poche ore e tutto diventa chiaro.
Quello che lo caratterizza è il rumore dei bambini che vanno a scuola. Ogni
giorno davanti al cortile della scuola vedi persona disoccupate che cercono
di guadagnare il pane quotidiano vendendo banane o lecca-lecca. I loro occhi
fissano i bambini nella speranza che qualcuno abbia potuto prendere a sua
madre qualché spicciolo per comperare qualcosa. Il massimo di vivacità in
questa città è in mezzogiorno, quando vedi dei disoccupati davanti ad un
bichiere di grappa e la tazza del caffé. Vedi brave casalinghe con le bose
nelle mani, le quali dopo aver passato per tutto il mercato alimentare, hanno
scelto quello più sporco per comperare i frutti o le verdure della stagione.
La città è piena di persone venute dai villaggi d’intorno, nella speranza di
fuggire ai lavori pesanti ed infruttuose della campagna avrebbero così
trovato il riposo e la felicità desiderata. Appena entri nei discorsi con
loro però, riesci a capire che sono rimasti delusi. Pensi di vivere in città
mentre neppure lì riesci a fare una vita normale. I ragazzi vivono in Grecia.
La città di Tepelena ha avuto dei deputati e ministri, ma nemmeno il 10%
delle loro promesse sono state realizzate! I studenti che stanno a Tirana,
appena finiti i studi non fanno più ritorno a Tepelena, con il pretesto che
lì non c’è vita! Cercano di trovare lavoro a Tirana. Le vie della città
vengono svuotate. Alla città mancano gli investimenti, la disoccupazione
cresce di giorno in giorno. Molte famiglie vivono grazie all’assistenza
oppure l’elemosina del governo. Questa è Tepelena, una piccola città con grandi
problemi. Etleva Zylaj |