koka

nr. 107 / 25 gusht 2007

alukit

 

Gli albanesi sono sazzi di speranza e ipnosi

La tendenza di una tipizzazione della speranza, questa ipnosi antica quanto l’uomo, sta stranamente alimentando gli albanesi con quello che chiameremo adempimento delle aspirazioni. Ma, la corsa intrapresa varie volte negli ultimi 17 anni si è fermata lo stesso numero di volte dagli esponenti politici, dagli eletti, dunque. Senza coscienza, senza lavoro, senza prodotto, senza energia elettrica, senza strade asfaltate e senza segni stradali, senza una profonda analisi dell’incompetenza come la più sofisticata metamorfosi del pensiero politico, economico, sociale, non si può pretendere altro che speranza, ipnosi.

Prima che scrivessimo queste righe abbiamo comunicato al telefono con decine di politici importanti, deputati ecc. Gran parte di essi erano nelle spiagge d’Europa, e anche dell’Asia e Africa, con le loro famiglie. Questo modo di vivere è diventato ormai un loro senso di dovere verso i loro familiari, è un trampolino di distacco da quello che dicono durante le campagne elettorali, è un cinismo programmato per i milioni di albanesi che vanno dal podio della speranza a quello dell’ipnosi, senza pensando una volta che sul podio della guida hanno dei modelli di vergogna. Chiedi a Scutari, per esempio, chi è il presidente del PS? Più del 80% non lo sanno. Ti dicono: “N. Doda”. Allora pare ci volesse che gli rubassero l’auto affinché imparassero il nome del capo dei socialisti. Lo stesso nel PD. La gente non lo sa che alla guida ci sta un deputato che normalmente gli impegni non gli permetto i sacrifici di partito a servizio della gente. Ci voleva, per quanto servisse a Scutari in questa lunga stagione di speranza, l’apparizione del Primo Ministro stesso come salvezza.

Se si va avanti con la lunga lista dei nomi di quelli che dirigono importanti istituzioni si parlerebbe di miscuglio di fedi, di un elite controllata dove l’incapacità della rappresentazione giunge gli angoli della cultura della società, dove il loro coefficiente sarebbe solo la fedeltà ai clan… ovviamente in cifre.

Se nel Nord non c’è ne assenso ne dissenso, qui a Tirana sembra che Edvin Rama è incapace, come l’unica via per dire agli albanesi che le prossime elezioni le speranze non saranno più delle ipnosi ideologiche.

Se farà questo, l’idea politica e economica uscirebbe sporca, tanto da far svanire anche… le speranze.

Sokol Pepushaj

 

A Kelmend, dove il “Miss” è una tradizione da molti secoli

In Malësi e Madhe da secoli si sono svolte delle radunanze di canzoni, danze, tiri a segno, concorsi di bellezza ecc. Ma le radunanze svolte a Kelmend sono state le più in Malësi e Madhe. Proprio qui su Qafë e Perdelecit, è diventata una tradizione da anni e da secoli organizzare il “Dita e Logut” (il Giorno della Radunanza), tradizione svanita o proibita dopo la venuta al potere del comunismo nel 1945, che come per ogni vero simbolo albanese aveva proibito la tradizione della Radunanza (Logu), e insieme a questa tradizione aveva cercato di far svanire la memoria dei conventi degli abitanti di Kelmend e oltre, i quali anche qui a Qafë e Perdelecit, da secoli avevano una tradizione di prendere delle decisioni storiche per la difesa di Kelmend, Malësi e dell’Albania dagli invasori secolari ottomani e i vicini slavi scesi più tardi nei territori dei Balcani. La proibizione del giorno della Radunanza e le feste religiose i rossi dominanti cercarono di sostituirli con l’organizzazione delle attività dove in generale si cantava al partito, al comunismo e i suoi discepoli… In questo periodo di proibizione a tutto quello che era albanese, si cantava tra i denti alcuni versi popolari che circolavano a Kelmend da secoli, come: “Sulle alte montagne di Haramia / La alloggiano le fate di Malësi / Stanno a guardare per le montagne / Che succede ai miei montanari / che non rientrano / Come se molte brutte cose gli fossero successe / è cominciata la guerra, o è entrato l’esercito…”. Sfortunatamente tutte e due le ha portate il sistema dittatoriale che sarebbe caduto dal trono solo dopo il 1991, quando anche la festa della Radunanza è ritornata impetuosa, ormai con il nome Logu i Bjeshkëve… Una volta questo giorno aveva sempre un carattere festivo, e si organizzava come festa della Bandiera. Questa Radunanza cominciava con una canzone a cappella e da un cantante di Lepushe (cioè dal luogo che lo organizzava), dopo cantava il cantante più famoso dell’aera seguito dall’augurio “Il cuore ti canti”, dopo seguivano delle canzoni con strumenti della zona, danze, concorsi di bellezza e tiro a segno, giochi con spade e bandiere. Il Logu i Bjeshkëve, ormai in democrazia è un svenimento festivo che attira non solo gli abitanti di Kelmend e Malësi e Madhe, poiché gli abitanti di Kelmend cosi come sono stati coraggiosi nel difendere il paese, sanno anche cantare, ballare, e soprattutto dimostrare il loro meraviglioso folklore tramandato di generazione in generazione, nonché scegliere la bellezza e la grazia degli abitanti di queste montagne donatagli abbondantemente da Dio. Questi hanno valori particolari quando si mostrano nel Kelmend della bravura, coraggio, generosità, fede e bellezza, e in questa Radunanza queste virtù appaiono con più grazia che mai. Naturalmente, questa manifestazione di allegria e festeggiamenti ha oltrepassato i confini di Kelmend, Malësi e Madhe, suscitando l’interesse degli abitanti di tutti i territori del Nord dell’Albania e delle autorità statali. Logu i Bjeshkëve, durante questi ultimi anni ha ottenuto un elemento moderno nell’elezione della bellezza di questi territori, conosciuto con il significante nome Miss Bjeshka, che è il culmine e nello stesso tempo la chiusura di questa manifestazione popolare, ormai annuale. Logu i Bjeshkëve dopo la venuta della democrazia non ha una data fissa di organizzazione, ma questo giorno è stabilito dalle autorità locali, secondo le possibilità, a quanto pare non tanto nel senso del tempo quanto nel senso finanziario, il che succedette anche quest’anno che Logu i Bjeshkëve è stato organizzato il 12 agosto, facendo sì che si notasse non solo la mancanza di un organizzazione perfetta, ma anche una partecipazione non cosi vasta quanto negli anni precedenti. Comunque queste mancanze non ridussero i valori e non fecero impallidire la bellezza e la grandezza festiva di Logu i Bjeshkëve, dove la bella Eljona Volaj fu eletta la bellezza delle montagne di Kelmend, che nel linguaggio di questa radunanza ormai si chiama Miss Bjeshka 2007.

Ndue Bacaj