Nostalgia di Sanremo
È sceso ormai il sipario del Festival di Sanremo, ossia del festival della canzone italiana. Dopo cinque lunghe serate, con meno musica e più show, il 62° Festival si è concluso tra tante discussioni e polemiche, mentre la vincitrice è la giovane cantante Emma Marrone, con la canzone “Non è l’inferno”. Una cantante di talento e temperamento che con le sue capacità vocali ed interpretativi si impone al mondo dello spettacolo e della musica italiana. L’anno scorso era arrivata seconda al Festival di Sanremo con una bellissima canzone, mentre quest’anno ha vinto. In 62 anni di storia del Festival di Sanremo questo è il terzo anno che un cantante, per due anni consecutivi, conquista il secondo e successivamente il primo posto nella gara della canzone italiana. Prima di lei avevano avuto questo successo Teddy Renis e Bobby Solo.
Un altro particolare era il fatto che quest’anno sul podio dei vincitori salirono tre donne: Emma, Naomi e Arisa, tutte e tre giovani ma preziose affermazioni nella musica leggera italiana negli ultimi anni. Tutte e tre le canzoni erano composte da uomini. Era l’occasione forse per gli uomini ad ottenere la loro “rivincita” dicendo: “dietro una donna di successo c’è un uomo di successo”.
Sanremo (in Italia, il nome di questa bella città Ligure viene identificata con il Festival), è un evento importante nella vita culturale e giornaliera italiana. Se ne parla almeno per un mese in tutta la stampa e i media, ma anche nelle famiglie italiane (due settimane prima dell’inizio e due settimane dopo la conclusione). Prima si parla della partecipazione, gli invitati importanti da tutto il mondo, chi preparerà gli abiti dei presentatori, le enormi somme riservate ai presentatori ed in particolare agli invitati speciali. Quest’anno, per esempio, uno speciale invitato era il re del rock italiano, Adriano Celentano. Voci a favore e contrari, dibattiti per giorni e giorni su perché a lui era riservata una somma di 700 mila Euro per 70 minuti di partecipazione in due notti del Festival (sarebbero 10 mila Euro al minuto), mentre centinaia di migliaia di famiglie italiane non arrivano alla fine del mese, nelle condizioni di una terribile crisi economica, mentre un semplice operaio italiano non guadagna una tale somma in 40 anni di lavoro che gli servono per andare in pensione. Mentre, Celentano, in risposta a questi dibattiti, decise di dare l’intera somma in beneficenza agli ospedali dei paesi poveri del mondo, assumendosi di pagare di tasca sua le imposte relative a tale somma.
Durante il festival, i media e la stampa parlano più dei fenomeni extra-musicali che ha portato il festival che delle sue canzoni. A quanto pare quello gli si lascia alle case discografiche e ai gusti degli ascoltatori per comprare le loro canzoni preferite, mentre spesso hanno vendita maggiore canzoni diverse da quelle che hanno vinto il festival. Un fenomeno conosciuto questo! Si parla per ore ed ore in tutte le TV e si scrive nei giornali dei p ettegolezzi, i scandali sul palco del festival e dietro le quinte sull’elevato numero degli spettatori giunto a questo o a quel momento del festival. Per esempio, la bella argentina Belen Rodriguez ha portato alle stelle il numero degli spettatori, nonché i dibattiti rosa, col suo gesto, solo per aver scoperto le sue parti intime sul palco per mostrare agli spettatori che non portava la biancheria intima e che invece aveva un tatuaggio alquanto significativo di una farfalla. Oppure un altro momento che ha portato a picco il numero degli spettatori era quando Celentano, nella sua “predica” da profeta si è espresso che bisogna chiudere certi giornali del Vaticano come “L’Avvenire”, e “Famiglia Cristiana”, perché non parlano quanto si deve del paradiso ma si coinvolgono nella politica. Criticare una o più stampe per il loro livello, è certamente un diritto legittimo non solo di Celentano, ma di chiunque. Ma parlare della loro chiusura è un espressione della limitazione della libertà d’opinione. Ma Adriano è un maestro delle provocazioni e sa che le sue di provocazioni comportano un alto numero di spettatori, il ché si traduce in milioni di Euro per le finanze della RAI.
Ho voluto intitolare questo articolo “Nostalgia di Sanremo” avendo presente proprio questa innovazione del show a scapito della parte musicale del festival. Noi che siamo cresciuto con Sanremo, che lo seguivamo alla radio anche quando non avevamo ancora la TV, che ci lasciavamo coinvolgere dalla febbre della gara delle canzoni a due interpretazioni da stelle irripetibili della scena italiana, sentiamo veramente quella nostalgia. E, non perché non accettiamo la trasformazione, il modernismo, il progresso della musica con i gusti e le esigenze del momento e del pubblico dei giovani, ma ci dispiace che la logica finanziaria della pubblicità evidenzia sul palco scenico lo scandalo invece della musica, i dibatti vuoti ed il gossip invece dell’apprezzamento professionale della creatività. Ci dispiace che uno dei momenti più emozionanti del festival, il duetto di Adriano Celentano con Gianni Moranti, nella meravigliosa canzone di Adriano “Penso a te e il mondo cambia”, è passato in silenzio. Questo duetto e la partecipazione di Lucio Dalla a fianco di un giovane, erano gli unici rappresentanti degli anni d’oro (gli anni ’60) della musica italiana, dimostranto che loro, nonostante l’età, sanno essere dei novatori restando sempre dei grandi.
Non solo il duetto, ma anche il modo di comunicare sul palco scenico durante le notti del festival, parlava di quell’amicizia che lega i due idoli della musica italiana da quel periodo d’oro. E proprio per i nostalgici di quella generazione che ho trovato ed ho scovato alcuni punti in comune che hanno fatto di Adriano Celentano e Gianni Moranti cosi amati da noi.
- Io adoro Sanremo da quando nel 1958 ho visto cantare sul suo palco il famoso Claudio Villa. E, guardando lui è nato in me il desiderio di diventare cantante – dice Gianni Moranti. Ma, dal desiderio alla salita sul palco vi è una strada infinita. Lui, infatti comincia la strada del cantante solo verso il 1962 (50 anni fa). In una cittadina sulla riviera Adriatica stava registrando la sua prima edizione “Andavo a 100 all’ora”. Adriano mi sentì e mi chiese di unirmi al suo gruppo. Lui aveva 24 anni ed era conosciuto in quel tempo, mentre io avevo 17 anni ed ero un suo fan. Volevo seguirlo, ma il mio impresario mi fermò dicendomi: “No, tu devi fare la tua strada per conto tuo, se vuoi diventare qualcuno. Voi avete due modi diversi di interpretare, “ – racconta Gianni.
Nonostante non si siano uniti nel gruppo di Celentano, la loro strada di carriera ha dei punti in comune. Per esempio, nel Festival di Sanremo del 1961, Adriano si presentava con la canzone “Il tuo bacio è come un rock”, ma rischiava di non partecipare, poiché faceva il servizio militare e ci voleva un permesso speciale. Era costretto lo stesso Ministro della Difesa di quel tempo, Giulio Andreotti, a firmare il permesso per quel ragazzo di talento. Adriano giustificò il permesso perché è arrivato secondo in quel festival. La storia si ripeteva nel 1967, ma questa volta era Gianni Moranti che faceva il servizio militare, ed il regolamento voleva che per 6 mesi non poteva avere il diritto al permesso. Vi è stata però la possibilità di avere la libera uscita perché potesse andare alle prove insieme a Celentano a Milano.
Sono simili anche le loro storie d’amore. Nel 1963, Adriano conosce Claudia Mori, mentre girava il film “Uno strano tipo”. Si innamorano ed il 14 luglio 1964, alle tre del mattino vanno a celebrare il matrimonio in una chiesa in Toscana, per evitare la presenza dei paparazzi, dei fan e dei curiosi. Gianni Moranti conosce la sua prima moglie, Laura Efrichia, nel 1964, mentre girava il film musical “In ginocchio da te”. Si innamorano ed il 13 luglio 1966 celebrano il matrimonio di nascosto per gli stessi motivi della coppia Celentano.
La carriera artistica li ha uniti tante e tante volte sul palco di Sanremo, come concorrenti della canzone, ma sono sempre stati buoni amici, li ha uniti la squadra di calcio dei cantanti famosi italiani che svolgeva partite di beneficenza, li ha uniti Lourdes, quando sono andati in processione in aiuto dei malati ecc.
Nel 1972, Gianni Moranti sale sul palco scenico di Sanremo da cantante. 40 anni dopo egli sale per la seconda volta consecutiva da presentatore del festival, ed il suo invitato d’onore è il suo amico di una vita, Adriano Celentano. Cantano insieme una canzone emozionante.
- Per me era un sogno avere Adriano invitato al festival, - dichiara Gianni. – Adriano è l’Italia!
Mentre Adriano, come per rispondere ai media, i quali avevano scritto che questo è il festival di Celentano, salutando il pubblico, dice: “Questo è il festival di Moranti!”
Ecco, anche per questo, a noi nostalgici mancherà sempre Sanremo, anche se lo seguiamo per 5 lunghe notti ogni anno.
Ndue Lazri
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