koka

nr. 35 / 19 nëntor 2002

alukit

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I criminali albanesi potranno essere incarcerati nei carceri internazionali

Il Parlamento, il Governo, l’“onestostato albanese, l’opposizione, tutti i partiti politici, i sindacati, le associazioni nongovernative, chiunque guida e dirigge in Albania, divenne iniziatore e rese pubblicoL’orario di riduzione dell’energia elettrica”.

Tirana ha elettricità, eccetto due ore di buio.

Le città hanno elettricità, eccetto quattro ore di buio.

Le zone rurali hanno elettricità, eccetto sei ore di buio.

Cosi dichiara lo stato, e siccome tu, popolo, stai quì, cosi sarà. Però è interesante il fatto che nel Dipartimenti dello Stato Americano, ci sono altri dati registrati, ben diversi da questi. Questo è soltato uno dei duecento e più punti che l’occidente ha messo davanti all’Albania per poterla assumere nell’Unione Europea.

L’Albania, comunque, ha le carte apposto, su questo punto ha progredito.

Cosi l’Albania ha progredito anche riguardo ai diritti e le libertà dell’individuo, anche se l’occidente ha di nuovo altri dati registrati, eppure alcuni dei più grandi giornali albanesi sono vigilati da alcuni ignoranti e fondamentalisti. Su questo piano sta anche il fatto che circa 45% degli intelettuali ha abbandonato l’Albania. E questi sono andati nell’occidente, oppure no?

Sembra che al popolo albanese le si sia fortemente danneggiato il sistema imunitario della distinzione tra il bene ed il male.

Questa non è semplicemente un eclettica normale, però sembra che già da adesso sia cominciata la campagnia elettorale, sotto l’etica di un’Albania che sta camminando verso un’Europa unita! Ma noi ci siamo abituati a dare il vero nome alle cose, i ladri gli chiamiamo ladri, i fondamentalisti gli chiamiamo fondamentalisti, gli incapaci gli chiamiamo incapaci, gli imbroglioni gli chiamiamo imbroglioni, e gli istruiti gli chiamiamo istruiti. Lo ricordiamo di nuvo che l’occidente ha tutti i dati esatti. Una fonte sicura dallo stesso occidente, rende noto un’altraalternativadella politica albanese. Molto presto, l’Albania penserà di mandare i criminali nelle prigioni internazionali, per rendersi accettabile agli occhi dell’occidente. Oppure chiederà aiuto per le prigioni di alta sicurezza, riferendosi alla Turchia.

Cosi in poche parole, avremo le carte apposto, anche se, come lo abbiamo già menzionato, l’occidente, l’Europa Unita, ha registrato dei dati del tutto diversi, e non ti accetta con certe politiche. L’occidente ha anche i nomi di quelli che hanno festeggiato, quando Osama Bin Laden “butto giù le due torri” a Manhattan. E questo è sucesso in una città albanese.

L’occidente lo sa che prima di tutto gli organi giudiziari sono corrotti, lo sa che nelle prigioni albanesi succeddono dei paradossi, resa dei conti, liberazione dei criminali che partecipano alle campagne elettorali, per poi essere imprigionati di nuovo!

Comunque, che gli albanesi continuino a credere a questo stato. Il fatto sta nell’energia elettrica. Leggiamo la communicazione all’edizione del telegiornale della sera nella TV Nazionale riguardoL’orario della riduzione dell’energia elettricaed esaltiamo... Stiamo veramente bene, molto presto entreremo in Europa...

Editoriale di Sokol Pepushaj

 

L’Albania va indietro

Se Brodsky ha determinato l’epoca di transizione dei paesi dell’est, come epoca delle rivoluzioni di velluto, la realtà albanese con tutta la dramaticità, la sua confusione e distrazione, parla di colori molto più oscuri, comporta l’anzia della perdita della prospettiva ed un deserto spirituale da far paura, proprio quell deserto che i latini lo chiamavano “tedium vitae” e che portò alla rovina di uno dei più grandi imperi del mondo, l’Impero Romano.

Oggi, nei media, conferenze e diverse analisi, vengono evidenziati come numerose le piage cancerogeni della società albanese che completano con tutti i colori ed in tutte le generazioni lo spettro oscuro della storia umana.

L’epoca dellarivoluzione di velluto” è stata per gli albanesi un crollo negli abissi, tanto che giustamente l’analista straniero nota: “In questo momento è impossibile stare immobile, ma andare indietro, come è andata l’Albania in questi anni, si deve avere un’energia da demoni per arrivare a questo”.

L’Albania communque, contro tutte le visioni ed i concetti di oggi, continua ad andare giù, continua ad andare indietro. Questo pauroso processo succede davanti ad un’indifferentismo e distrazione totale, davanti ad un’anzia demoralizzante, creato dai fallimenti successivi.

Vaslav Havel, nella sua discussioneL’anzia del postcomunismoscrive che dopo la fine del comunismo c’èratanta speranza che la storia avrebbe cominciato a ragionare”. Pero, nota Havel, “l’anzia del postcomunismo crea estremismi... voglia di trovare il capro espiatorio, il desiderio di nascondersi dentro un gruppo sociale o etnico, incoraggia l’odio del mondo, l’affermazione di se stessi ad ogni costo, alla sensazione che tutto è permesso ed un’aumento di egoismo mai visto...”

Se si cerca un posto per misurare la veracità delle osservazioni di Vaslav Havel, l’Albania è il posto modello. La caduta del comunismo in Albania fu accompagniata da tutti questi elementi della distruzzione sociale e morale, anzi apparso nel suo massimo. La volgarità dominò la realtà, l’anima umana fu penalizzato, gli imperativi morali che conservano la costituzione spirituale di una società, sono mancati del tutto. L’Albania si trasformò in una scena teatrale, dove si rappresentano gli infiniti atti della tragedia di un popolo.

In questa caduta fatale ci sono alcuni fattori che hanno influenzato nel peggiore dei modi. Il primo è senza dubbio la politica. In un paese dove lo state è assente, dopo la sua catastrofica caduta nel marzo del 1997, è il momento di ricordare la formula di Herder: “La natura crea le nazioni, la politica crea gli stati”. Se la politica non riesce e creare lo stato, per istituzionalizzare la vita e dorientarla verso il progresso, questo vuol dire che la politica albanese è totalmente fallita. In fin dei conti ogni politica viene misurata con il risultato finale che da. Non è difficile determinare quì i promotori della colpa, ma quando il male è cosi grande, tutti diventano colpevoli, dal cittadino al capo dello stato. Nessuno può vantarsi di non avere colpa, quando l’avvenire di una società finisce in un labirinto oscuro, senza via d’uscita, che mette più paura dei labirinti dei re di Persia. Il cittadino albanese, non avendo il senso del proprio stato, esprime una strana prontezza in ogni avventura antistato, testimoniando un odio perverso.

Lazer Stani