koka

nr. 38 / 4 janar 2003

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Il terrorismo ed il terrore politico

Per gli albanesi è un periodo confuso ed oscuro. Tanti sono dispiaciuti per se stessi. È qualcosa di invisibile che oscura la realtà, l’ovvio. Dicono che è una certa farsa dal nome terrorismo. Qualcosa ci sarà infatti siccome nel 2003 il progetti primario per l’Albania è la sicurezza e la modernizzazione dell’aeroporto di Rinas. L’America, questo bravo arbitro di un Mondo inquieto, ha investito lì tanti soldi, quanti non si trovano nemmeno nella Banca dello Stato d’Albania, intendiamo la Banca, non le persone al potere, poiché si dice che tre o quattro clan con i piedi nel governo ele mani nella mafia, possiedono più soldi di quanto ne abbia la Banca. Comunque il terrorismo, che nella definizione popolare albanese è come il gatto da nove anime, è come uno scherzo che anche quando abortisce, mette al mondo dei cuccioli, e ci ha preso per il collo. Quello assomiglia ad un’uomo che fa fatica e respirare dalla corsa, poiché quì ha ”corso” anche Osama, però si dice che esiste. Si, si, anche se non si vede, dovrà esserci.

      Dopo l’attenzione e l’impegno totale dell’America, del Regno Unito e del mondo civile contro il terrorismo globale, dopo l’umiliazione dell’“idolo” di un numero considerevole di albanesi, dal nome Osama Bin Laden, il terrorismo albanese ha abbandonato i canti per il capoterrorista, si è staccato dalle smorfie alla afgana anche nelle tavole, oppure come vengon chiamate da loro le “osterie”, dicendo “come glielo hanno fatto bene all’America”. Questo terrorismo cerca di convincere, almeno se stesso, che con un’ispirazione arabica può ideologizzare la società albanese con degli elementi della natura degli affari, poiché pure Osama è un “Boss”.

      Pure negli affari esiste il terrore dunque, come affermò in questi ultimi giorni anche il leader dei democratici Berisha. E, siccome si parla di politica, abbiate pazienza e giudicate voi. Noi pensiamo che chiunque, senza distinzioni politiche o religiosi, nota qualcosa. Nota dunque che se tempo fa, verso il 1992, quasi tutti gli albanesi pregavano Dio quando parlava un politico dalle convinzioni “democratiche”, oggi anche le vecchie storpiano la faccia e volgono il fondoschiena, grattandolo, ovviamente dalla rabbia. Da quei fondoschiena, dunque le pensioni non pagate, le proprietà non restituite, le libertà negate, questi politici, quasi tutti, si leccano le dita sporche di petrolio, che puzzano di tabacco e caffé.

      L’Albania si è fatta davvero un brutto immagine davanti all’Occidente. Perché non cercare gli episodi di questo clima, anche del terrorismo, dove ci sono, nella gente dello stato (i quali èra meglio se non ci fossero)?

      La politica ha già cominciato un’duro duello per i bramanti seggi locali. I clan, intenzionalmente si servono anche della religione, come se l’Albania fosse all’epoca dei Turchi. Quei gruppi che sono responsabili anche del terrorismo, poiché il terrorismo ed il terrore saranno fratelli, si stanno circondando di affaristi. Lo stanno facendo per poi metterli contri i affaristi oppositori. E quì s’immischia anche il popolo. Questo popolo che tramite la foschia che fa anche del burrone un campo piatto, vuole trovare il futuro, la luce, la speranza. Cerca proprio quello che gli è stato negato dallo stato, l’Europa. Gli omicidi, i sequestri, le violenze, i crimini nella famiglia, sono i scenari che cercano di mettere la confusa e delusa società albanese nell mezzo di un terrore psicologico, di un terrorrismo dunque. In altre parole più semplici, questo vuol dire che il terrorismo politico sia accettato come parte della vita normale, cosi come la mancanza di elettricità, del lavoro, della prospettiva. L’inconsueto dunque viene servito come consueto dai mascalzoni, l’anormale come normale, i compromessi come impegni, i pugni e le pallotole come fiori di pace...

      Com’èra bella, come i ricordi d’infanzia, la politica nel 1992, quando il pluralismo èra misterioso, come l’amore in adolescenza!

      E oggi? Anche se molte cose sono andate bene, quella “bellezza” è rimasta come il ricordo degli emorroidi nel brutto posto. La politica sta facendo nuovi passi, del tipo dividi e domina. L’Albania dunque sta come una falsa matriocola nella macchina di un poliziotto che viene controllata da un’altro poliziotto. Comunque quella politica, falsa dunque, non ha il permesso per l’Europa. Il terrore e ancora nella bocca del potere che accusa l’opposizione di averlo nutrito da quando fummo ammessi nella Conferenza Islamica, e pure in quella dell’opposizione, la quale da parte sua dichiara che l’Albania è il centro del terrorismo nei Balcani ed oltre, ed anche una “lavanderia” dove si puliscono i soldi del terrorismo internazionale. Le cose parlano al di fuori del volere di questa politica. In Albania, uno dei paesi più antichi d’Europa, si conosce nella storia, l’unità stabile fra le religioni. Pure gli zingari sono stati trattati sempre bene in Albania, il che non è successo neppure nei paesi più sviluppati, oppure si?

      Questi nostri politici, dunque, possono trovare la via verso l’Europa, come il cieco che tiene un bastone in mano per trovare la via della casa. Avete mai notato il modo medievale dei politici durante le campagne elettorali? Riuscite a notare quanto sono distanti dagli interessi del popolo quando aspettono l’un l’altro “per strada”, mentre in quasi ogni comune, municipio oppure zona elettorale fanno dei bilanci religiosi. Da una parte ce ne sono molti politici all’afgana, dall’altra parte mettono “la mano” nell fondo dell “sacco” e scelgono dei rifiuti. Se è così, anche il terrorismo ed il terrore, è cosi s’impastano. Se è così, normalmente sono fuori attenzione l’onestà, l’abilità, la reputazione e così si allontanano le vie verso l’Europa. Per nominare un capo di partito, sia pure di una sezione, si va fino al terrorismo, mettendo dell’esplosivo. In questo modo, il partito, qualunque sia, passa “l’arcobaleno”, terrorizando, fino alla vendetta banale tra individui e gruppi mafiosi. Questo fa crescere la violenza, oltrepassa i confini dello stato, distrugge l’immagine albanese nel Mondo, come succese con la “comicità” con Sua Santità il Papa Giovanni Paolo II.

      Noi diciamo vattene al terrorismo, mentre se ne devono andare i vecchi politici, “partigiani” della dittatura.

      Ogni volta che va alle elezioni, questo popolo incontra dei nomi all’afgani, le stesse promesse, le stesse bugie ed inganni, pur avendo cambiato partito, seggio, uffici, costumi. Puzza di Al Qaeda? Ma, cos’è che stiamo dicendo noi? Non si sente un po di questa puzza in un’attività sportiva, in prima vista da congratularsi, in una “piccola” città del Nord. L’organizzazione di un campionato di calcio dei giovani musulmani, sembra riflettere vivacità, ma quando si fa sapere che i finalisti sono “Inter”-“Milan”, dirai perché, cosi “per dire” forse, perché se i cristiani facevano un campionato del genere, sarebbe forse “logico” che le finaliste siano delle squadre non “loro”, che non esistono “Mullah Omar”-“Osama Bin Laden”, oppure “A. Baleta”! senza voler fare della morale, poiché siamo per l’unità, perché pensiamo che è proprio la politica e l’affarismo della politica in organizzazioni che dividono. E meglio dire “Dai Giggi; Forza Giggi”.

      Questa politica ed economia politica stà preparando del terreno di terrore e stà producendo soltanto dei terroristi, è normale che sia abbattuto davanti alla cultura, l’unione, gli interessi albanesi per unirsi all’Eruopa civile.

      Da parola esce parola, anche se è stata detta una montagna di parole sull’omicidio di Azem Hajdari. Vi ricordate quando fù messo in scena un incidente nello stadio “Loro Boriçi” di Scutari con Mit’hat Havari? Siccome Azem, essendo Capo dell’Ordine e SIN, essendo che poteva sapere un pò sul terrorismo, essendo che si diceva di avere un pò di ricchezze e coinvoglimenti con il calcio lì, essendo che aveva un pò di esperienza politica, un pò di anni sulle spalle, essendo che “accendeva” come un “accendino” contro ogni cosa che le veniva in mente, avendo dunque un pò di tutto, così come purtroppo anche la vita, forse doveva essere ucciso, come fù ucciso dal terrore il 12 Settembre 1998. Chi fù ad accorciargli la vita? Normalmente quelli che avevano di più di quello che Azem aveva un pò.

      Quindi sembra che il terrorismo ed il terrore politico si sono uniti e vengono serviti al popolo albanese come parte accettabile della vita. Essendo che tratteremo di nuovo questo tema, per questa volta ci limitiamo con la “ricetta” “Dai Politica, Forza Politica, Dai Giggi, Forza Giggi”. Ci rivedremo tra nove mesi esatti. Nelle elezioni.

Editoriale di Sokol Pepushaj