nr. 89 / 15 mars 2006
La legge sui flussi: Ecco come può un albanese andare a
lavorare in Italia Il ritiro e la compilazione dei moduli Le PosteI hanno
aperto i loro sportelli per tutti gli interessati non residenti nella CE che
vogliono andare in Italia per lavori stagionali. I moduli sono gratuiti,
comunque, per paura di rimanerci senza, sono cominciate le speculazioni dai
extracomunitari che sono arrivati a venderli fino a 360 Euro. Nonostante le
speculazioni, le Poste Italiane hanno abbastanza moduli, poiché sono stati
distribuiti molto di più di quanto siane le quote d’amissione. La sola cosa
da pagare, secondo la legge, è il francobollo che costa 14,68 Euro. Il modulo
quest’ anno è molto più specifico secondo i profili o le categorie da scegliere,
quindi lavoro domestico, stagionale e non stagionale. La categoria che
interessa sarà segnata con una crocetta. Poi segni il paese di provvenienza,
il sesso, la professione e si fa la scelta specifica. Se si richiede lavoro
non stagionale, si deve segnare riguardo i vari lavori dove le categorie sono
dodici, ognuna diversa dall’altra. A servizio degli interessati è stato messo
un numero di telefono che funziona dalle 9.00 alle 19.00, nonché gli
indirizzi su Internet delle ambasciate e dei consolati nei paesi che non
fanno parte della CE. Per gli albanesi ci sono i siti dell’Ambasciata
d’Italia a Tirana e quello del Consolato d’Italia a Scutari. I moduli devono
essere compilati senza errori altrimenti viene cancellato il diritto di
lavoro. Come e dove dev’essere fatta la domanda? Per la prima
volta, invece delle “Direzioni Provinciali del Lavoro”, a servizio dei datori
di lavoro, l’Italia ha messo a disposizione 14.000 sportelli delle Poste
Italiane. I datori di lavoro, siano loro italiani, albanesi o di altre
nazionalità, stanno consegnando i moduli compilati secondo le esigenze della
legge, senza errori, scritti bene e che si capiscono. Gli sportelli
rimarranno aperti fino a quando non ci saranno più domande da consegnare.
Verrà comunque segnata l’ora ed il giorno di consegna, poiché le domande sono
molte e per l’Albania ci sono soltanto 4300 posti, senza contare poi le altre
quote che potranno aprirsi dopo qualche mese, o le quote di riserva che
consistono nei “Lavori Importanti”, quindi i “Progetti Speciali”, nell’ambito
dei “Progetti Internazionali”, che non sono d’interesse per gli albanesi per
via delle condizioni e le specifiche del nostro paese. Bisogna fare
attenzione perché i moduli vengono ritirati in tutti i punti postali
d’Italia, ma sono solo 14.000 i sportelli dove viene realizzato la
digitalizzazione dei dati. Da questi 14.000 sporteli, i dati passano allo
Sportello Unico. La scelta dei candidati viene fatta secondo i dati
presentati, tenendo conto anche del giorno e l’ora della consegna, nel caso
che le quote sono finite e le richieste sono tante. Quest’anno si prevede che
saranno più di 16.000 albanesi a compilare i moduli, quindi circa 12.000 non
ne potranno profittare. Essi devono quindi ripresentare le domande sperando.
Ce ne sono comunque dei paesi come la Venezuela o l’Uruguai ai quali
interessa poco lavorare in Italia mentre gli albanesi possono essere favoriti
per tanti motivi, come per esempio il prezzo dei biglietti di viaggio. Dove si ottiene il visto? Normalmente
presso l’Ambasciata d’Italia a Tirana ed il Consolato d’Italia a Scutari e a
Valona. Il richiedente, dopo essersi munito dell’autorizzazione del lavoro e
l’approvazione della questura, nonche il contratto firmato da entrambi le
parti, cioé il datore di lavoro ed il lavoratore, ed altri documenti ritenuti
necessari dai consolati d’Italia, verranno muniti di visto presso questi
consolati. Il visto per motivi di lavoro viene ritirato solo dalla persona
interessata. Eccezzione fanno solo gli studenti. Per i studenti viene stabilito
un altra quota piccola, permettendogli di cambiare il permesso di soggiorno
da “motivi di studio” a “motivi di lavoro”. Le domande quindi non possono
essere presentate nei sportelli delle Poste Italiane dagli albanesi, apparte
gli studenti, siccome sono in possesso di un permesso di soggiorno e quindi
non è necessario che si trovino fuori Italia, nel momento in cui fanno la
domanda. Sokol Pepushaj Le femmine, la droga e i piaceri, antibiotici contro il
comunismo! Nessuno
l’avrebbe mai pensato che le rose si sarebbero trasformate in spine entro
sette mesi in opposizione dei socialisti. Le interferenze criminali o
immorali, non solo dell’opposizione ma anche di alcuni deputati dell’ala dei
democratici, vengono considerati ridicoli, però pericolosi. Se gli albanesi,
con i voti del 3 l E gli analisti
che hanno fatto durante i fischi o il rumore dei timpani? Pure loro, gran
parte di loro, fischiarono. E, senza dare dei nomi, poiché molti di loro sono
amici, non hanno agito tanto bene. Ce ne sono deli analisti che, se vengono
pagati bene, fanno due articoli completamente contradittori. Uno, quando
vuole mostrate un attegiamento chiaro, lo sottoscrive col vero nome, mentre
l’altro opposto, lo sottoscrive usando un pseudonimo. Quindi dietro i
media si nasconde il nome, ma nel nome dei media anche si richiede il nome.
Libertà e trasparenza, come nel covo del Minotauro. L’interpretazione
dei raggi X, pur mettendo nero sù bianco, non lo decora per niente lo
scheletro che abbandona la terra, per trovare la terra. Sokol Pepushaj Don Antonio Sciarra, il missionario che parla e lavora
per l’Albania In questi giorni
c’è stata la promozione della traduzione in albanese del libro di uno dei
missionari più conosciuti in Albania, don Antonio Sciarra, con il
significante titolo e provocante allo stesso tempo, nel senso buono però,
“Shqipëri të kam ëndërruar” (“Albania t’ho sognato”), tradotto da Tonin
Frani. Da 13 anni
l’autore vive come parroco a Blinisht di Zadrima dando l’esempio di un uomo
il cui spirito è in ricerca della pace in rapporto con il progresso della
stessa società albanese. “Queste pagine, dice don Antonio,
trasmettono un immagine parziale della realtà albanese. Però possono
rivelarsi utili per quelli che sceglieranno il più piccolo popolo in Europa
come destinazione della loro volontarietà e solidarietà.”
Il libro
assomiglia ad una cronaca esatta e precisa dei 12-13 anni fà della nostra
vita, particolarmente nel nord dell’Albania. Una cronaca che viene letta
tutta ad un fiato e che difficilmente si distingue da una cronaca di un vero
scrittore. Nello stesso tempo il libro serve anche come un punto
d’osservazione da dove puoi vedere i progressi fatti, nonché gli anni di
transizione, pure molto difficili, della società albanese. A don Antonio,
ormai un albanese anche “de jure” vengono riconosciuti alcuni preziosi
successi nella sua biografia albanese: iniziatore, organizzatore degli
ambascatori della pace - i bambini di Zadrima; ideatore e costruttore della
“Campana della Pace” con le cartucce delle armi del ’97; costruttore di
decine di centri religiosi ed educativi; ideatore e costruttore della Scuola
Media Superiore Professionale d’Agricoltura “At Gjon Fausti” (“Padre Giovanni
Fausti”) a Krajen; aiuti per centinaia e centinaia di famiglie con dei
bisogni sanitari; studi dentro ed al estero; reabilitazione sociale e
spirituale delle ragazze trafficate, delle famiglie isolate per la faida,
della gente abbandonata. Se volessimo elencare i contributi di quest’uomo ne
verrebbe fuori una lunga lista. In fine due
parole sul traduttore che ha passato “l’esame” per iscritto con i voti più alti.
Si presenta in albanese in un modo ammirevole, grazie al ricco vocabolario
che possiede il traduttore, il medico ostretico di Lezha, Tonin Frani. Tramite le
pagine del giornale “Shqipëria Etnike” volevamo renderlo noto a tutte le
persone “la confessione” di don Antonio Sciarra, ormai il “albanese” Ndue
Sharra, che dicono abbia comprato anche quei due metri quadri di terra che
appartengono alla sua anima nel suo finale viaggio verso il paradiso, verso
la pace eterna. Mark Preçi I rapporti diplomatici di 14 anni tra l’Albania ed il
Vaticano, frutto della lunga collaborazione e del contributo reciproco nella
storia dei due stati
Dopo il 1912,
quando l’Albania ottenne l’indipendenza, la chiesa cattolica (vice Primo
Ministro era Don Nikoll Kaçorri) svolse la sua attività relativamente con più
libertà, contribuendo nella risurrezione spirituale e morale del paese, in
particolare nel campo dell’educazione. Nel 1919, i rappresentanti
dell’Albania nella Conferenza di Parigi mandarono Mons. Bumçi dal Benedetto
XV, affinché egli col suo potere morale potesse intervenire a salvare Korça e
Gjirokastra, che andrebbero annesse alla Grecia. Dopo la Seconda Guerra
Mondiale, con la presa del potere da parte dei comunisti, l’attività della
chiesa cattolica fù resa più difficile in Albania. Le scuole e i seminari
cattolici furono chiuse, alcuni vescovi e sacerdoti furono uccisi e molti Con Papa
Giovanni Paolo II, i sforzi della Santa Sede diventarono più intense verso i
paesi comunisti dell’Est, ed anche l’Albania, tramite le sue prediche, p.e.
il 5 ottobre 1980, nel novembre 1982 in Sicilia davanti alla comunità degli
arberesh. Nel novembre 1983, il Papa proclamò il mese delle preghiere per la
libertà della religione in Albania. Il 26 febbraio 1984 da Bari, il Santo
Padre Papa Giovanni Paolo II pregò per gli albanesi in Albania davanti ad una
folla di 50.000 credenti di tutta la regione Puglia, dove disse che gli
albanesi occupano un posto paricolare nel suo cuore. Con le grandi
trasformazioni avvenute in Albania all’inizio degli anni ’90, che
comportarono dei cambiamenti per quanto riguarda il rispettare i diritti
dell’uomo, dando la libertà di religione e la presa di una posizione verso la
politica dello sistema monista, fece sì cominciassero i primi contatti anche
con lo Stato del Vaticano. Nel preparare il terreno per i contatti diretti e
fare i primi passi verso la ripresa dei rapporti tra l’Albania e la Città
Stato del Vaticano ebbero una significante influenza le visite di Madre
Teresa in Albania. Il 7 settembre 1991 furono stabiliti i rapporti
diplomatici a livello d’ambasciatori. Nel 1992, il primo Ambasciatore
albanese presso la Santa Sede, Willi Kamsi, venne ricevuto da Sua Santità
Papa Giovanni Paolo II, al quale consegnò le credenziali. Più tardi, nel
1996, il sign. Pjetër Pepa e dopo di lui, nel 1997 il zign. Jul Bushati e nel
2002 (10 maggio) Zef Bushati. Mentre la Santa Sede ha accreditato presso il
governo albanese nel 1992 il primo Nunzio Apostolico, Mons. Ivan Dias (oggi
Cardinale di Bombei) mentre attualmente il Nunzio Apostolico è Mons. Giovanni
Bulaitis. Dopo la ripresa
dei rapporti diplomatici tra l’Albania e la Santa Sede fù possibile l’aumento
della collaborazione bilaterale. Un appice è la visita del Papa in Albania il
25 aprile 1994. Al Santo Padre fù riservata un accoglienza brillante dal
popolo albanese. Tutti insieme, musulmani, ortodossi e cattolici senza
distinzione, accolsero il grande uomo che fece crollare il comunismo
nell’Europa Orientale. La visita della Sua Santita fù un appoggio morale e
politico per l’Albania. Il 26 novembre
1994 il Papa Giovanni Paolo II dirisse il Concistorio per stabilire i 30
nuovi cardinali, tra i quali c’era anche il primo cardinale nella storia del
cattolicesimo albanese, Mikel Koliqi, 92 anni, imprigionato per 38 anni. La
Santa Sede in Vaticano è stato visitato dai pressidenti e i primi ministri
dello stato albanese dopo la ripresa dei rapporti diplomatici nel 1991, i
quali sono stati accolti in audienza dal Papa Giovanni Paolo II ed ora dal
Papa Benedetto XVI. La Santa Sede ha dei rapporti diplomatici con 170 stati e
partecipa in 43 varie organizzazioni internazionali con lo stato del membro
oppure dell’osservatore permanente. Dal 1964, la Santa Sede ha lo stato
del’osservatore permanente presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite e
partecipa nella Comissione Economica per l’Europa con lo stato del
consigliere. La Santa Sede inoltre ha dato un appoggio effettivo finanziario
al Fondo delle Nazioni Unite per i Bambini, ed ha partecipato attivamente nel
Alto Comissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite. Nella pratica
dell’ONU, la Santa Sede era conosciuta come la Città del Vaticano. Dopo lo
scambio di lettere tra il Segretario dello Stato della Santa Sede ed il
Segretario Generale dell’ONU, nel 1957, fu deciso che l’ONU avrebbe mantenuto
dei rapporti con la Santa Sede. La Santa Sede accettò lo stato
dell’osservatore permanente per alcuni motivi. Prima di tutto, questo le
assicura la libertà spirituale, altrimenti sarebbe stata obbligata spesso di
astenersi per via della sua natura. In secondo luogo, lo stato
dell’osservatore è meno costoso di quello del membro ed ha tutte le
possibilità di mettere in circolazione dichiarazioni, ottenere tutti i
documenti dell’organizzazione e di essere presente nel processo della presa delle
decisioni. Sin dagli inizzi
del Consiglio d’Europa, la Santa Sede ha dato il suo appoggio morale a questo
movimento europeo. Il Papa Giovanni Paolo II mandò un suo rappresentante
personale durante la conferenza preparatoria tenuta nel maggio 1948 all’Aja,
la quale portò alla formazione del Consiglio d’Europa. La Santa Sede ha
continuamente mostrato di essere a favore del Consiglio d’Europa, in
particolare per quanto riguarda i sforzi del Consiglio Europeo alla difesa
dei diritti dell’uomo. Non è chiaro se la Santa Sede ha mai domandato di
diventare membro del Consiglio d’Europa, comunque sia è un osservatore
permanente dal novembre del 1970. Non si sà nemmeno se si trova nell’UE
qualche domanda da parte della Santa Sede per diventare membro, ma partecipa
comunque tramite il suo rappresentante a livello d’ambasciatore, il Nunzio
Apostolico. La Santa Sede è membro nell’OSCE (Vienna) nel CE-CDCC
(Strasburgo), nel UNHCR, (Ginevra), nel UNCTAD (Ginevra) ecc. e con lo stato
dell’osservatore permanente nel UNESCO, IOM, CE, ONU, UE, IFAD, ecc., ecc. Il ruolo della
Santa Sede nella diplomazia internazionale è molto grande, attivo ed
importante. Nel processo delle trattative per l’accordo della
Stabilizzazione-Associazione dell’Albania con l’UE, un contributo ed un prezioso
aiuto ha potuto dare anche la Santa Sede tramite il suo rappresentante
nell’UE. In questo ambito è importante l’aumento dei rapporti diplomatici con
la Santa Sede in tutti i livelli. Il 23.5.2002 il Parlamento approvò la Legge
nr. 8902 sulla ratifica de “l’Accordo tramite la Repubblica d’Albania e la
Santa Sede sulla regolarizzazione dei rapporti reciproci”. Questo è il più
importante documento ufficiale che regola i rapporti tra i due stati. Apparte
la diplomazia, i rapporti con il Vaticano sono stati caratterizzati dalla
collaborazione nel campo della cultura, educazione, sanità e nel campo degli
aiuti materiali, sanitari e alimentari. Per quanto riguarda la collaborazione
nel campo dell’Educazione, è apprezzata l’iniziativa della Santa Sede per aprire
l’Università Cattolica in Albania, come espressione del suo contributo
nell’educazione della nuova generazione albanese. In questo aspetto anche i
governi albanesi in tutti gli incontri bilaterali hanno espresso il loro
impegno nel rendere possibile l’apertura prima possibile di questa
università. Inoltre, nella città di Elbasan si è aperto una Facoltà cattolica
di Medicina, i diplomi della quale sono riconosciuti dall’UE, ed è in
processo la costruzione dell’Ospedale “La Maddonna del Buon Consiglio” a
Tirana. Sono in processo anche una serie di investimenti nel campo
dell’educazione e della sanità. L’iniziativa del Papa Giovanni Paolo II per
la beatificazione di Madre Teresa ha trovato l’appoggio bilaterale ed è
evidente il fatto che l’Albania è un chiaro esempio ed una garanzia di
convivenza ed intesa tra le religioni. Zef Bushati,
Ambasciatore dell’Albania in Vaticano |