nr. 90
5 prill 2006
Il Papa più umano. Un anno dopo la scomparsa di
Giovanni Paolo II Egli era una
persona amata da tutti. Ovunque appariva Giovanni Paolo II, la gente gioiva e
si univa alla folla. Egli soffriva dal Parkinson e quando morì il 2 aprile
dell’anno scorso, centinaia di migliaia di persone si avviarono verso
Vaticano. Il portavoce del Papa, Joaquin Navarro-Valls aveva gli occhi pieni
di lacrime quando disse: Il sabato, 2
aprile 2005, il Cardinale Leonardo Sandri, parlò davanti ai microfoni: “Cari fratelli e sorelle, alle 21.37, il
nostro amato e santo Papa Giovanni Paolo II, ritornò nella casa del Nostro
Padre. Preghiamo per lui”. Secondo la
tradizione italiana, centinaia di migliaia di applausi seguirono per minuti e
minuti, in segno del rispetto per il morto. Milioni di persone da tutto il
mondo andarono a Roma, per pregare più vicino possibile al corpo del defundo
Papa: “Io non sono venuta per pregare per lui,
perche Egli prega ora in cielo per noi, per tutto il mondo e per tutte le
religioni. Io spero che quando verrà proclamato santo, egli tornerà nella
terra polacca, nella sua Cracovia” - dice una donna. Il primo slavo
nel trono di S. Pietro era allo stesso tempo anche il primo Papa dell’epoca
dei mass-media, il primo Papa che viaggiò in tutto il mondo. Così milioni di
persone partirono per poter separasi personalmente con il Papa più umano che
fosse mai esistito. Dovevano passare
6 giorni prima che si svolgesse la cerimonia funebre. L’ex decano dei
cardinali ed il futuro Papa, Josef Ratzinger, disse: “Possiamo essere sicuri che il nostro amato
Papa, si trova ora sulla finestra della casa del suo padre e ci benedice. Si
benedicici, Santo Padre, noi crediamo al tuo amore e allo spirito della madre
del Signore, tua madre, che ti accompagna ogni giorno. Lei ti mostrerà ora la
strada verso l’eterena gloria di suo figlio, Gesù Cristo, Nostro Signore,
amen.” Gregor Hoppe Viene commemorato il primo anniversario della morte del
Papa Giovanni Paolo II Roma: Nel primo
anniversario della morte del Papa Giovanni Paolo II, il credenti cattolici in
tutto il mondo hanno ricordato ancora una volta il Papa. Davanti a più di
dieci mila persone, il Papa Benedetto XVI°, ha parlato del Papa Giovanni
Paolo II, dicendo che egli era un uomo che ha lasciato impronte profonde
nella storia della chiesa e degli uomini. Benedetto XVI° ha ricordato gli
attegiamenti politici del suo predecessore, come le sue esortazioni per la
pace. Nel suo paese, in Polonia, sono state celebrate delle messe e sono
stati organizzati dei concerti in commemorazione. Il culmine di queste
cerimonie è atteso per stasera a Roma dove si prevede una partecipazione di
centinaia di migliaia di credenti cattolici. Sokol
Pepushaj Madre Teresa e gli eventi a Scutari Spinto dalle
controversie di alcune associazioni musulmane di Scutari che erano contrari a
mettere un busto di Madre Teresa nella città, senza alcun punto di vista
religioso, tanto meno da qualche odio o qualcosa del genere, vorrei anch’io
come libero cittadino della Repubblica d’Albania, esprimere la mia opinione
riguardo ad una notizia affatto piacevole partita da Scutari rumoreggiando
per tutto il paese. Proprio per aver detto “NO!” di corsa alla santa
albanese, a lei davanti alla quale si prostarono con rispetto uomini di
stato, alla quale ubidirono anche i più sanguinosi dei tempi d’oggi, alla
quale non bastò la vita per servire i malati, i marginati, i smembrati dalle
lotte al potere, a lei che quando ricevette il Nobel, disse: “Ho fatto
piccole cose, ma con grande amore”. Per rimanere
fedele a me stesso, per dire agli altri quello che penso a questo riguardo,
questo rumore partito da Scutari, quella città dove sono nato e cresciuto, ha
mostrato anzitutto che tutto può succedere in questi tempi che alcuni
vogliono chiamare democrazia, ma io la chiamerei tuttaltro che democrazia. Da
quì voglio cominciare. Francamente non
credevo alle mie orecchie, un bel giorno in un bar della periferia. Non so
dalla quale delle tante TV che spargono notizie per la gente, ho sentito che
alcune associazioni musulmane si erano espressi contro la collocazione di un
busto di Madre Teresa all’entrata di questa città, o nel centro (poco importa
il posto). Per quanto riesco a ricordare, la proposta era venuta dal Ministro
della Cultura, Turismo, Gioventù e degli Sport, Bujar Leskaj. In un istante
mi sono confuso, ma ho pensato che sarebbe stata qualche inesattezza dei
media, così popolata da una confusione di notizie. Senza parlarne con
nessuno, mi sono recato alla redazione. Ho subito dato un’occhiata alle notizie
on-line, quelle albanesi e non. Era sucesso sul serio, tutte davano la stessa
notizia. Ho pensato: “Scutari è finita”. Per me non era una cosa nuova e
sconosciuta a tal punto da diventare scioccan Comunque,
riconoscendo a ciascuno il diritto di pensare ed agire di testa propria, sono
riuscito a capirli. Ognuno ai propri affari. E così vedendo ognuno la sua
strada, siamo riusciti a lasciare molte cose come sono, siano pure bene o
male, mentre molte altre le abbiamo ridotte molto peggio di come stavano
all’inizio. Per quanto
suddetto, forse come parentesi non ha niente a che fare con la collocazione o
meno del busto di Madre Teresa nella città di Scutari, ma ho voluto semplicemente
raccontare che contenersi in una società aperta, in un sistema democratico, è
un impresa molto difficile ma non impossibile. Seguendo giorno dopo giorno
l’andamento di questa notizia ho costatato delle contradizioni, discordanze,
opinioni pro e contro, e a volte qualche esito. Sono tornato di nuovo ai
vecchi passi: affari loro! Da quel giorno
che cominciò per la prima volta questa vicenda, mi son trattenuto senza dire
la mia opinione, non per la decisione di alcune associazioni o individui che
rappresentano la facoltà di decisione della comunità musulmana nella città di
Scutari, ma per dare alla gente un motivo in più per contradire coloro che
sono contrari e dicono di no alla collocazione del busto di Madre Teresa a
Scutari. Anche per il più profano sarebbe credibile il fatto che una tale
considerazione, un onore che comporta questa proposta, non verrebbe rifiutata
da nessun stato al mondo, oltre i 123 paesi dove agisce la sua missione
umanitaria. Visto sotto questo aspetto basterebbe per credere che decisioni
del genere, prese da chiunque o da qualunque punto di vista o logica, sono
una strada chiusa. Se è giusta o meno questa decisione, non spetta a me
giudicarla, per di più non ho nessun motivo per dare un altra direzione alla
logica dell’essere spinto a credere che è avvenuta una strage. La
collocazione di questo busto sarebbe nient’altro che civiltà, poco importa il
posto, anche se lei merita il cuore, perche il suo contributo ed il suo nome
sono di tali misure che non c’è posto capace di contenere la sua grandezza.
Questo non ho il coraggio di dirlo io, perche l’hanno detto gli altri, lo ha
confermato quanto meglio il suo contributo altruista in nome della bontà e
della pace. Questo si è proposto di fare il Nobel, il prestigioso premio
concesso a lei. La situazione in cui ci troviamo non è in favore a nessun
colore dell’intoleranza religiosa. La convivenza tra le religioni è un
esempio per il quale se c’è un paese da evidenziare, quella è l’Albania. Ma
per quanto riesco a costatare e per quanto sono in grado di giudicare a
sangue freddo, questa decisione non è partita tanto dal fatto che Madre
Teresa rappresenta la religione cattolica, quanto da quello che è una specie
di mania di contradire tutto e in ogni cosa che si presume sia di provenienza
americana. L’anti-americanismo cieco non porta ad un giudizio esatto, pur
avendo il coraggio di essere un altro anti- qualunque. Dietro la proposta di
un ministro non sono riuscito a vedere sempre un pro-americanismo oppure un
anti-americanismo, il che poi possa spingere a credere che tutto quello che
viene da quella parte è americano e bisogna essere pronti “a stare con il
fucile carico”. Comunque poco importa se il busto di Madre Teresa verrà
collocato a Scutari o no. Secondo la mia opinione sono pronto a ricevere
questa iniziativa, per quanto riguarda quelli che darono quel “NO!”, ormai è
tutto fatto. Qualunque sia la decisione che verrà presa, per quanto riguarda
la decisione delle associazioni musulmane di Scutari, anche se loro si
ritirano e hanno il coraggio di scusarsi in pubblico, questo verrebbe
considerato soltanto debolezza. Il ritiro secondo me, non può essere capita
diversamente. In fine, se è stato proposto per collocarsi a Scutari, questo
avverrà. Lo Stato ha delle strutture che sono in grado di eseguire una
decisione presa. Albert Vataj |